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16 giugno

Oggi, ma nel 1934, a Les Mans, sul circuito de la Sarthe, Luigi Chinetti vinceva la 24 ore di Les Mans di automobilismo. Bissava il successo dell'edizione 1932, quando, il 18-19 giugno, era stato il primo italiano a vincere la 24 ore di endurance di automobilismo più famosa al mondo, organizzata dall’Automobile club de l’Ouest, disputata per la prima volta il 26 e 27 maggio 1923.

Chinetti (nella foto, particolare, impegnato ad affrontare una curva del tracciato da 13,492 chilometri di lunghezza proprio il 16 giugno 1934), di Jerago con Orago, in provincia di Varese, di 33 anni, già meccanico della casa milanese del Biscione dal 1917, faceva coppia con il transalpino Philippe Etancelin, di Rouen, classe 1896, futuro driver di formula 1 dalla stagione agonistica 1950. Chinetti gareggiava, come già due anni prima, con l’Alfa Romeo 8c 2300. Nell’edizione 1933, sempre sulla stessa vettura, in duo con il francese Raymond Sommer, era stato Tazio Nuvolari a fare sua la prova di resistenza. Chinetti, su Ferrari 166 MM, taglierà per primo il traguardo anche nel 1949 e sarà il primo corridore tricolore a portare a casa il titolo per tre volte. Anche se in realtà, dal 1946, sarà naturalizzato statunitense e dal 1950 sarà il primo importatore di vetture del Cavallino rampante negli States.

Quella del 25-26 giugno 1949, con Chinetti coadiuvato dal co-pilota britannico Peter Mitchell-Thomson, sarà anche la prima volta sul podio della rossa di Maranello. A seguire, il Belpaese dovrà attendere il 1963 per vedere un pilota italico avere la meglio. Per la precisione saranno in due: Ludovico Scarfiotti e Lorenzo Bandini, su Ferrari 250 P. Nel 1964, il 20-21 giugno, sarà ancora la volta di un italiano: Nino Vaccarella, con il francese Jean Guichet, su Ferrari 275 P. Poi bisognerà arrivare al 1985, il 15 e 16 giugno, quando sarà la volta di Paolo Barilla, conosciuto rampollo dell'omonimo gruppo alimentare specializzato nella pasta. Avrà la meglio nella gara come terza guida del rinomato team tedesco Joest Racing, su Porsche 956, insieme ai germanici Klaus Ludwig e John Winter. Poi toccherà a Mauro Baldi, nel 1994; a Michele Alboreto, nel 1997; a Pierluigi Martini, nel 1999; a Emanuele Pirro, nel 2000, nel 2001, nel 2002, nel 2006 e nel 2007; a Rinaldo Capello, nel 2003, nel 2004 e nel 2008.