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18 Dicembre

18 Dicembre 2024

Oggi, ma nel 1912, a Londra, alla Geological society, l’archeologo britannico Charles Dowson, di 48 anni, presentava ufficialmente i resti di cranio e di mandibola di una nuova specie di ominide, definito come l’uomo di Piltdown, dall’area dell’est Sussex nella quale, verosimilmente, sarebbero stati rinvenuti i reperti. Ma quello identificato come Eoanthropus dawsoni era un falso, proposto come l’anello mancante che legasse l’evoluzione umana alle grandi scimmie. Contraffazione che in verità era stata ottenuta, in maniera truffaldina, incrociando pezzi di osso mandibolare di Orangutan con quelli della scatola cranica dell’uomo cosiddetto moderno. E nel 1953 verrà smascherato: si rivelerà come il più grande imbroglio paleo-antropologico di sempre. A sfatare quanto asserito da Dowson saranno tre esperti: Kenneth Page Oakley, Wilfrid Edward Le Gros Clark, Joseph Weiner. E il loro responso verrà pubblicato sul magazine Time del 30 novembre di quell’anno, col titolo “End as a man”. Comunque nel lasso di tempo intercorso gli studi del truffatore avranno enormi ripercussioni nel panorama scientifico internazionale. Che era in una fase delicata di avanzamento.

Anche nel Belpaese la comunità di studiosi, abitualmente molto attenta a quanto di nuovo provenisse dal Regno unito, solleverà non poche perplessità in materia. Addirittura, per suggellare l’importanza della trovata di Dowson, il 23 luglio 1938, nel luogo della scoperta, verrà svelato il cippo commemorativo. Con tanto di cerimonia alla presenza del paleontologo inglese di fama Arthur Keith, presidente della Società geologica d’America, direttore dell’Hunterian museum della capitale Uk, che giocoforza avvalorerà la veridicità dei frammenti riportati alla luce a Piltdown (nella foto, particolare, al centro dell’immagine Dowson e a lato Artur Smith Woodward proprio nel luogo dello scavo nel 1913, nello scatto proveniente dall’archivio del londinese Natural history museum). Anche se alla fine la responsabilità principale ricadrà su Dowson, nonostante non verrà mai escluso l’intervento di presunti complici nell’architettare con lui la serissima burla.