19 GIUGNO

18 Giugno 2023

Oggi, ma nel 1980, a Torino, nel carcere Le Nuove, Pasquale Viele, di 27 anni, recluso per rapina e omicidio, veniva “garrotato”, presumibilmente, dai compagni di cella: Piero Bertolazzi, Giorgio Piantamore, Claudio Carbone, Giorgio Zoccola, tutti detenuti per reati politici. L’esecuzione avveniva a mezzogiorno e si verificava dopo la richiesta di aiuto della vittima che, dopo essere stato trasferita dal penitenziario di Pianosa, sapeva di essere in pericolo (nella foto, particolare, l’articolo che ne darà conto, il giorno dopo, sul quotidiano torinese “Stampa sera”, del 20 giugno 1980).

L’omicidio avveniva mediante cordicella di nylon annodata a un pezzo di manico di scopa: avvitando l’asta avveniva lo strangolamento. Gli aguzzini, dopo averlo soffocato, avevano sdraiato il malcapitato sulla sua branda, ancora agonizzante, - la corsa verso l’ospedale cittadino Maria Vittoria sarà inutile - e improvvisavano un banchetto per pranzo, per non destare sospetti nelle guardie.

Viele era arrivato nel capoluogo piemontese il 15 giugno precedente ed era in attesa del processo per uso di patente falsa. Dei suoi timori aveva avvisato l’avvocato di fiducia Aldo Perla, mediante telegramma, ma quando arriverà il legale troverà il suo assistito già senza vita. Viele aveva da scontare complessivamente 23 anni, anche per aver fatto fuori Bruno Aiello, suo complice in un furto d’armi.

Piantamore aveva 28 anni, era legato al sequestro di Antonio “Tony” Carello, avvenuto il 3 gennaio 1973, aveva 20 anni e 8 mesi di conto con la giustizia da saldare. Zoccola, di 31, era dietro le sbarre per rapine, ma aveva aggravato la propria situazione dichiarandosi prigioniero politico, riprendendo il suo iniziale percorso da nappista e aveva sul groppone 7 anni e mezzo di restrizione della libertà. Carbone, di 31, era stato protagonista di sceneggiate oltraggiose davanti a magistrati, avvocati, forze dell’ordine e quando era a Pianosa era stato sorpreso nella fase di preparazione dell’evasione, con tanto di pistola. Bertolazzi, di 30, era componente del nucleo storico delle Brigate rosse ed era stato coinvolto nel sequestro del giudice Mario Sossi, a Genova, il 18 aprile 1974, aveva da pagare pegno per 24 anni e 8 mesi.

Verosimilmente, Piantamore, il 21 ottobre 1988, confesserà l’esecuzione, avvenuta dopo la condanna alla pena capitale nel processo sommario operato dalla giustizia proletaria, poiché Viele era stato ritenuto reo di aver fatto fallire, con le sue delazioni, la maxi evasione pianificata dal luogo di sicurezza sull’isola dell’arcipelago toscano, dei terroristi, non solo “rossi”.