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19 giugno
Oggi, ma nel 1996, a Cardoso, frazione di Stazzema, in provincia di Lucca, la pioggia fuori controllo, caduta per 12 ore di seguito, ingrossava oltre misura il torrente Vezza, che avviava l’alluvione dell’alta Versilia e di parte della Garfagnana, e che causava 13 vittime, 67 feriti, 1500 sfollati. L’ammontare dei danni materiali verrà stimato complessivamente in 200 miliardi di lire e, nel dettaglio: 100 per infrastrutture e opere pubbliche, 50 per le abitazioni private e altrettanto per il settore produttivo.
Le ripetute ondate di fango e detriti alte 4 metri, provenienti dai valloni dei fiumiciattoli confluenti, causavano ingenti crolli all’abitato (nella foto, particolare). Poi la devastazione arrivava a Ponte Stazzemese, a Ruosina, a Seravezza, a Ripa, a Corvaia, a Vallecchia, a San Bartolomeo di Pietrasanta, a Marina di Pietrasanta, a Forte dei Marmi, a Montignoso, a Fornovolasco.
In quella Toscana messa in ginocchio l’evento riportava tristemente alla memoria Firenze sommersa, tra il 4 e il 6 novembre 1966. Tra i morti, per lo più di Cardoso, il più giovane aveva 4 anni, Giulia Macchiarini, il più datato, 77, Margherita Vincenti. Il più tristemente conosciuto era Alessio Ricci, di 8 anni, letteralmente inghiottito dalla piena, alla cui memoria sarà intitolata la scuola elementare di via Pontenuovo, a Pietrasanta, nel 2020, in concomitanza con la ricorrenza. Marco Fornaciari, di 41, invece, scampato alla fase acuta, periva realizzando il sopralluogo nelle zone maggiormente colpite.