TODAY
3 OTTOBRE
Oggi, ma nel 1993, a Sarajevo, in Bosnia Erzegovina, sul ponte Vrbanja posto sul fiume Miljacka a divisorio della città, un cecchino, che non verrà identificato, uccideva il pacifista e religioso, di ispirazione francescana, Gabriele Moreno Locatelli, originario di Canzo, in provincia di Como, di 34 anni. Si stava recando a deporre una corona di fiori commemorativa nel luogo dell’assassinio di Suada Dilberovic, prima vittima dell’assedio, freddata il 5 aprile 1992.
Locatelli promuoveva il progetto “Si vive una sola pace”, sotto lo slogan “Mir Sada”, in serbocroato l’equivalente di “Pace subito”. Era con altri quattro manifestanti in favore della non volenza: Luigi Ceccato, Pierluigi Ontanetti, Luca Berti e padre Angelo Cavagna. Durante la guerra civile fra etnie bosniache e serbe, i tiratori avevano l’abitudine di premere il grilletto contro chiunque fosse a portata di mirino.
Verosimilmente il suo omicidio verrà interpretato, politicamente, come precisa riaffermazione dell’esistenza della cosiddetta “linea della morte” che separava una parte dall’altra dell’abitato. Per la precisone Locatelli (nella foto, particolare) veniva raggiunto dal piombo proprio quando stava tornando indietro, intimorito dalla scarica di mitra d’avvertimento. I due interventi chirurgici che verranno tentati per salvargli la vita saranno inutili. Verrà intitolata alla sua memoria la strada “ulica” del quartiere Grbavica che dalla sponda del già menzionato ponte Vrbanja porterà sulle alture.