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4 ottobre

Oggi, ma nel 1970, a Watkins Glen, nell'omonimo circuito statunitense, al termine della gara numero 12, il Gran premio d'America, del campionato mondiale di Formula 1 di automobilismo, penultima tappa della stagione agonistica, iniziata il 7 marzo precedente col gran premio del Sud Africa, veniva assegnato il titolo di miglior pilota del mondo al tedesco Jochen Rindt.

Era morto, il 5 settembre precedente, nell'incidente durante le qualificazioni del giorno prima al gran premio d'Italia, del 6 settembre, nell'autodromo di Monza, schiantandosi contro il guard-rail all'ingresso della curva parabolica, sulla sua Lotus 72, contrassegnata dal numero di gara 22.

Tecnicamente il decesso (nella foto, i soccorritori mentre portavano il pilota in barella, in fin di vita, verso l'ambulanza diretta all'ospedale Niguarda di Milano dove arriverà già cadavere) era avvenuto soprattutto perché nel violento impatto le cinture di sicurezza si fossero strappate dai cinque punti di ancoraggio e il piantone dello sterzo gli avesse sfondato lo sterno. Era e rimarrà la prima ed unica volta nella storia del mondiale di formula 1 in cui il titolo iridato venisse assegnato alla memoria.

Il vantaggio in termini di punti, 45, accumulati dall'asso di Magonza, ma di passaporto austriaco, classe 1942, era tale da non consentire all'inseguitore, il belga Jacky Ickx, della scuderia Ferrari, di raggiungerlo. Ickx, infatti, chiuderà il mondiale, il 25 ottobre successivo, al termine del Gran premio del Messico, con 40 punti totali.

Rindt, alla Lotus dal 1969, dove era diventato il pilota di punta scalzando di fatto il forte compagno di scuderia Graham Hill incappato in una serie di infortuni, era caratterizzato dallo stile di guida spettacolare e aggressivo, non sopportava il casco integrale che gli riduceva la visuale e scendeva in pista con il jet: verrà considerato uno dei migliori piloti del suo periodo di attività. Nel 1970, dall'inizio della stagione fino alla sua scomparsa, aveva conquistato cinque dei sei gran premi della sua carriera nella massima serie. Era salito sul gradino più alto del podio nel gran premio di Monaco, il 10 maggio precedente; in quello d'Olanda, il 21 giugno; in quello di Francia, il 5 luglio; in quello di Gran Bretagna, il 18 luglio; in quello di Germania, il 2 agosto. Precedentemente, dei 61 gran premi in carriera a cominciare dal debutto nel 1963 in formula junior ideata da Giovanni Lurani, aveva fatto suo quello degli Stati Uniti d'America del 1969, disputato, a Watkins Glen, il 5 ottobre, su Lotus 49 B.