5 marzo

5 Marzo 2021

Oggi, ma nel 1977, a Midrand, nell'autodromo di Kyalami, nel Gran premio del Sudafrica di Formula 1, l'austriaco Niki Lauda, della scuderia di Maranello, trionfava, su Ferrari 312 T2, nella terza prova del campionato del mondo di automobilismo, iniziato il 9 gennaio precedente, e che terminerà il 23 ottobre successivo, dopo 17 gare, una in più rispetto alla stagione precedente.

Il titolo di campione del mondo spetterà, per la categoria piloti, a Lauda, per la seconda volta consecutiva, e per quella costruttori, alla Ferrari, per la quinta volta.

A Kyalami, dopo 78 giri, pari a 320, 112 chilometri, Lauda giungeva primo - ed era la sua ritrovata vittoria dopo essere scampato alla morte nel rogo del Nurburgring, dell'1 agosto 1976 - davanti al sudafricano Jody Scheckter, su Wolf-Ford Cosworth, arrivato secondo, e al francese Patrick Depailler, su Tyrrell-Ford Cosworth, salito sul terzo gradino del podio. Ma la competizione veniva funestata dalla morte del commissario di percorso Frederik Jansen van Vuuren, studente sudafricano di 19 anni nella vita di tutti i giorni, che era stato investito dalla Shadow di Tom Pryce, che a sua volta era stato colpito in testa dall'estintore che il ragazzo portava in mano.

Alla fine del 21º giro, infatti, l'italiano Renzo Zorzi era stato costretto a fermare la sua Shadow sulla linea del traguardo, davanti ai box, per un principio d'incendio. Il tecnico, estintore alla mano, aveva attraversato imprudentemente la pista, mentre la corsa continuava normalmente, perché non era stata esposta la bandiera gialla, per cercare di domare le fiamme. Pryce, che arrivava lanciato, non era riuscito ad evitare l'impatto, anche perché c'era un dosso (nella foto la Shadow mentre continuava la corsa, dopo l'impatto, con Pryce, ormai cadavere, a bordo) e così Frederik Jansen van Vuuren era stato sbalzato e dilaniato.

Nello scontro Pryce, che era stato centrato in testa dall'estintore, di 20 chilogrammi, che, moltiplicato per la velocità della fuoriserie, che in quel tratto era di 275 chilometri all'ora, si era tradotto nella forza d'urto capace di far volar via il casco del pilota, sfondargli il cranio e decapitarlo. L'estintore era quindi rimbalzato sulla Shadow ed era finito sopra le tribune, atterrando poi sul tetto di una vettura ferma nel parcheggio adiacente. Oggi, ma nel 1977, a Midrand, nell'autodromo di Kyalami, nel Gran premio del Sudafrica di Formula 1, l'austriaco Niki Lauda, della scuderia di Maranello, trionfava, su Ferrari 312 T2, nella terza prova del campionato del mondo di automobilismo, iniziato il 9 gennaio precedente, e che terminerà il 23 ottobre successivo, dopo 17 gare, una in più rispetto alla stagione precedente. Il titolo di campione del mondo spetterà, per la categoria piloti, a Lauda, per la seconda volta consecutiva, e per quella costruttori, alla Ferrari, per la quinta volta.

A Kyalami, dopo 78 giri, pari a 320, 112 chilometri, Lauda giungeva primo - ed era la sua ritrovata vittoria dopo essere scampato alla morte nel rogo del Nurburgring, dell'1 agosto 1976 - davanti al sudafricano Jody Scheckter, su Wolf-Ford Cosworth, arrivato secondo, e al francese Patrick Depailler, su Tyrrell-Ford Cosworth, salito sul terzo gradino del podio.

Ma la competizione veniva funestata dalla morte del commissario di percorso Frederik Jansen van Vuuren, studente sudafricano di 19 anni nella vita di tutti i giorni, che era stato investito dalla Shadow di Tom Pryce, che a sua volta era stato colpito in testa dall'estintore che il ragazzo portava in mano. Alla fine del 21º giro, infatti, l'italiano Renzo Zorzi era stato costretto a fermare la sua Shadow sulla linea del traguardo, davanti ai box, per un principio d'incendio. Il tecnico, estintore alla mano, aveva attraversato imprudentemente la pista, mentre la corsa continuava normalmente, perché non era stata esposta la bandiera gialla, per cercare di domare le fiamme. Pryce, che arrivava lanciato, non era riuscito ad evitare l'impatto, anche perché c'era un dosso (nella foto la Shadow mentre continuava la corsa, dopo l'impatto, con Pryce, ormai cadavere, a bordo) e così Frederik Jansen van Vuuren era stato sbalzato e dilaniato. Nello scontro Pryce, che era stato centrato in testa dall'estintore, di 20 chilogrammi, che, moltiplicato per la velocità della fuoriserie, che in quel tratto era di 275 chilometri all'ora, si era tradotto nella forza d'urto capace di far volar via il casco del pilota, sfondargli il cranio e decapitarlo. L'estintore era quindi rimbalzato sulla Shadow ed era finito sopra le tribune, atterrando poi sul tetto di una vettura ferma nel parcheggio adiacente.