Il pilota Gianclaudio "Clay" Regazzoni nel 1970 a Monza

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6 settembre

Oggi, ma nel 1970, a Monza, nell'autodromo nazionale, il pilota svizzero, della scuderia Ferrari, Gianclaudio "Clay" Regazzoni, di 31 anni, su Ferrari 312B, al termine dei 68 giri previsti, pari a 391 chilometri, vinceva, davanti ai 150mila spettatori presenti, il XLI gran premio d'Italia di Formula 1. Tagliava per primo il traguardo (nella foto, particolare dell'arrivo trionfale), facendo sua la prima vittoria in carriera nella massima divisione, davanti al britannico Jackie Stewart, della March-Ford, secondo, e al francese Jean-Pierre Beltoise, della Matra, terzo.

Quel gran premio, che finirà di diritto nell’elenco dei più ricordati di sempre tra gli appassionati di monoposto, era caratterizzato da alta tensione per la morte, il giorno precedente, a causa dell'incidente verificatosi durante le prove ufficiali, del fuoriclasse austriaco Jochen Rindt, di 28 anni, della Lotus, che era in testa alla classifica piloti e che, in chiusura di campionato del mondo, si aggiudicherà il titolo ugualmente, postumo, costituendo l’unico caso nella storia del più importante mondiale automobilistico.

Il risultato di Regazzoni era una vera e propria rivelazione. Tra gli addetti ai lavori alcuni apprezzavano l’elvetico, particolarmente per la sua guida spericolata e per le doti aggiuntive di meccanico, altri, invece, lo criticavano perché lo ritenevano eccentrico, sbruffone e troppo amante della bella vita. Non sarà un caso che il Drake in persona, nel 1976, quando al volante del bolide col cavallino rampante sarà emersa la bravura dell’austriaco Niki Lauda, dirà di Regazzoni: «Viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota».

Regazzoni sarà costretto a chiudere il suo percorso agonistico di massimo livello sulla sedia a rotelle, per le lesioni riportate alle gambe e alla colonna vertebrale, a causa dell’incidente, del 30 marzo 1980, che si verificherà nel gran premio degli Stati uniti, a Long Beach, su Ensign Ford-Cosworth. In quel 1970, prima del debutto in F1, avvenuto nel gran premio d’Olanda, a Zandvoort, il 21 giugno 1970, piazzandosi sesto, sempre con la rossa di Maranello, Regazzoni, di Lugano, classe 1939, aveva conquistato il campionato europeo di F2, con la scuderia tricolore Tecno, di Borgo Panigale, fondata dai fratelli bolognesi Luciano e Gianfranco Pederzani. Prima della vittoria di Regazzoni, la scuderia del cavallino rampante non incassava un successo a Monza dal 4 settembre 1966 con Ludovico Scarfiotti, quando aveva centrato il raro primato della vittoria di un italiano, su circuito italiano, con macchina italiana appartenente a scuderia italiana.