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9 febbraio

9 Febbraio 2025

Oggi, ma nel 1963, a Sanremo, in provincia di Imperia, nel salone delle feste del Casinò, Toni Renis, al secolo Elio Cesare, del 1932, milanese, in abbinamento con Emilio Pericoli, di Cesenatico, del 1928, con la traccia “Uno per tutte”, scritta dallo stesso Renis in collaborazione con Alberto Testa e con la supervisione di “Mogol”, alias Giulio Rapetti, si aggiudicava l’edizione numero tredici del Festival della canzone italiana grazie ai 90 voti ricevuti.

Il pezzo saliva sul gradino più alto del podio della kermesse canora della Città dei fiori (nella foto, particolare Renis e Pericoli proprio in quel contesto sanremese con l’ambito trofeo in mano), condotta da Mike Bongiorno che era scortato da Edy Campagnoli e Maria Giovannini, lasciandosi alle spalle Claudio Villa che si esibiva con Eugenia Foligatti, col brano “Amour, Mon Amour, My Love”, in seconda posizione, con 77 preferenze, e Pino Donaggio, che cantava con Cocky Mazzetti, con il brano “Giovane giovane”, in terza piazza, con 71 consensi.

L’anno precedente per Renis era stata la volta del tormentone “Quando quando quando”, che benché non in grado di sbaragliare a Sanremo, aveva consacrato il talento dell’artista figlio del pittore Orfelio -“Orfelius”, che non disdegnava anche di comporre testi per le canzoni- e gli aveva fatto incassare la vincita di Canzonissima, il 6 gennaio di quel 1963. Il 31 dicembre successivo “Uno per tutte” di Renis chiuderà la classifica nazionale dei 45 giri in 25esima posizione, dopo aver toccato la vetta. Mentre la versione di Pericoli si attesterà al numero 78 della chart tricolore dei singoli, dopo aver raggiunto solo il numero 17 della selezione.