PALLA AL CENTRO
Caso Juventus, c'è un problema di sistema
Un movimento che conta tra i 4 e i 5 miliardi di euro di debiti può pensare di cavarsela con una significativa penalizzazione della Juventus, la squadra più rappresentativa e seguita? E’ questa la domanda a cui rispondere.
Tra Covid e guerra tutti hanno dovuto rinunciare a qualcosa, il calcio professionistico pensava di superare indenne una crisi che coinvolge tutto e tutti? Un problema di sistema che non si può ridurre a presunte responsabilità e irregolarità di una società. Tutti concentrati sulla Juventus, ma è il movimento che boccheggia. Ha bisogno di un’iniezione di denaro fresco.
Le plusvalenze – corrette o meno che siano – servono solo a rinviare il problema, perché, prima o poi, i nodi vengono al pettine. Per evitare di mettere soldi nelle società si alzano le valutazioni dei calciatori in modo tale da sistemare i bilanci. Questo per dire che ora più che mai è necessaria una riforma del sistema che vada a ridimensionare in primis i costi. Quelli degli ingaggi e delle commissioni pagate agli agenti sono da anni fuori dalla realtà.
Servirebbe una sforbiciata, a tutti i livelli, perché le entrate dei diritti tv sono destinate a un drastico ridimensionamento. Le tv non ce la fanno a pagare certe cifre. Anche perché se il sistema perde credibilità i tifosi-clienti rinunciano all’abbonamento per seguire il calcio ad alti livelli. Diminuiscono le entrate delle televisioni e, di conseguenza, quelle dei club. Proprio nel momento in cui hanno maggior bisogno di soldi. Il sistema è al collasso, a un bivio. O si riforma da solo oppure ci penserà qualcun altro.
Figc e Lega sono spalle al muro. Punire ora non ha più senso se non vengono proposte soluzioni serie. Parlare del caso plusvalenze e paragonarlo a Calciopoli del 2006 è un azzardo. In questo caso, infatti, è un problema di sistema. Non può essere l’inchiesta di una Procura a ridisegnare la classifica della serie A. Ormai la credibilità del calcio italiano è ai minimi storici, ma non perché non si è qualificato per due volte di seguito alla fase finale dei Mondiali.
No, questa è solo una conseguenza di un problema a più ampio raggio. Necessita una cura dimagrante e non c’è più tempo per altri rinvii. Plusvalenze, manovre ardite per pagare gli stipendi. Ma due anni fa la Figc – in pieno Covid - ha legittimato il mancato pagamento di diverse mensilità. Le scadenze di novembre furono procrastinate al maggio successivo. Per tutti i club di serie A.
Erano i tempi degli stadi chiusi. Mancati introiti al botteghino e dagli sponsor, eppure i costi non sono diminuiti: quella differenza in bilancio tra le mancate entrate e i costi immutati andava comunque colmata. Più o meno correttamente. Comunque la si giri è un problema di soldi. Sempre.