VISTO E SEGNALATO
Naiadi a picco, ma almeno il parcheggio si può riaprire subito
La desolante e paradossale situazione che tiene a fondo l'impianto sportivo delle Naiadi sulla riviera di Pescara _ chiuso prima del Covid e non più riaperto - avvolge anche il maxi parcheggio a servizio della struttura, anch'esso desolantemente chiuso e nel degrado. Due aspetti del masochismo con il quale non vengono affrontate per tempo le situazioni, che finiscono per riversarsi inevitabilmente sui servizi di una città che almeno d'estate vorrebbe (dovrebbe) far emergere la sua vocazione turistica. Tanto più che ora c'è anche la Bandiera Blu. No. Il parcheggio, così come piscine, parco, campi di calcetto, palestre, giace abbandonato come un relitto in fondo al mare sul quale continuano a depositarsi i segni di una politica che non può che - almeno in questo caso - essere definita di strette vedute perché altrimenti durante il periodo Covid avrebbe avuto tutto il tempo per affrontare e risolvere il problema Naiadi ed evitare che qualcuno ci rimettesse anche il posto di lavoro. E il parcheggio rappresenta un mini-problema rispetto alla questione più grande perché ci vorrebbe poco, veramente poco, che Regione e Comune si mettano d'accordo per farlo riaprire alla città e andare in soccorso di una riviera che da qui in poi avrà sempre più "fame" di posti auto. Prima di arrivare a ripeterci un giorno di essere costretti a trasformare la strada-parco nel solito parcheggio estivo. Un piccolo, facile, segnale - anche benagurante - rispetto alle litigiosa e stantìa trattativa sulle Naiadi in generale. Aprire subito almeno il parcheggio verrebbe inteso come un segnale di volontà nel risolvere le cose. E verrebbe messo a servizio uno spazio strappato al degrado.
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