CHIETI

A 72 anni prova a baciare l'amica, lei dice no e lui la picchia

Schiaffoni, pugni in faccia e strattonamenti, sino a che lei non è caduta a terra: donna salvata da un passante che stava correndo

CHIETI. Voleva baciarla. Al suo rifiuto è scattata la violenza. Schiaffoni, pugni in faccia e strattonamenti, sino a che lei non è caduta a terra in balia di lui. La fortuna ha voluto che in quel momento è passato un uomo che stava facendo jogging ed è corso subito in difesa della donna, salvandola dal suo aggressore.
Protagonisti due lancianesi, lei di 62 anni e lui di 72, che vivono nello stesso quartiere. Tra i due vicini di casa a quanto pare si era instaurata un’amicizia. Lui aveva aiutato lei in alcune incombenze pratiche e quando lei gli aveva detto che doveva accompagnare la figlia all’ospedale di Chieti per delle visite mediche, lui si era offerto di raggiungerle, per tenere compagnia alla madre durante gli accertamenti clinici a cui doveva sottoporsi la figlia. Sia la figlia che la madre sono tutte e due sposate.
Portata la figlia all’ospedale, che aveva prenotato le visite nella mattinata di ieri, nell’attesa che gli accertamenti finissero, i due vicini di casa hanno deciso di andare a fare una passeggiata nel vicino centro commerciale di Megalò. Quando sono arrivati in zona, però, lui ha deciso di deviare e di fermare l’auto nel vicino parco fluviale. Da soli, al riparo da occhi indiscreti, è iniziata una conversazione che ben presto è degenerata.
Prima che si arrivasse a quel punto, pare che l’uomo abbia preso il cellulare della donna e glielo abbia sistemato sul sedile di dietro dell’auto, asserendo che in quel momento non le sarebbe servito. Poi sono volati i primi schiaffoni. Lo scatto d’ira è arrivato improvviso, e lei per ripararsi è scesa dalla macchina. Ma lui l'ha seguita e ha continuato a picchiarla e a inveire violentemente contro di lei.
Quando è arrivato l’uomo sulla cinquantina che si stava allenando con una corsa al parco, davanti a lui ha visto la donna a terra e lui che la picchiava. A quel punto, il corridore è intervenuto senza esitare. Lei, tornata in piedi, è corsa a rifugiarsi nell’auto del corridore, mentre il suo salvatore teneva a bada l’altro. Più giovane di lui e dal fisico più prestante, l’atleta teatino non ha avuto problemi a farlo. Ha anche preso il telefono per chiamare la polizia. L’altro, quando ha sentito che sarebbero arrivate le forze dell’ordine, ha fatto dietrofront, è risalito sulla sua auto e se n’è andato, gettando dal finestrino la borsa della donna. Nell’uscire dall’auto di lui dopo le prime percosse, la donna aveva dimenticato la borsa in macchina. Nel riaverla è stato notato che mancavano sia il cellulare, che l’uomo aveva sistemato nel sedile di dietro, che alcuni documenti e forse anche una carta bancomat.
Sul posto sono poi arrivati gli agenti della squadra Volante che, visto la donna con il volto tumefatto, hanno chiamato l’ambulanza del 118. I sanitari del 118 le hanno prestato le prime cure ma la donna non voleva né andare in ospedale né sporgere denuncia contro l’aggressore. Aveva un occhio gonfio, il naso tumefatto e il labbro spaccato. Alla fine le hanno mostrato la sua immagine riflessa nella telecamera di un telefonino e lei ha preso coscienza di ciò che le era accaduto e si è convinta ad andare al Pronto soccorso. I medici hanno giudicato le sue ferite guaribili nel corso di dieci giorni. (a.i.)
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