Chieti

Abusi su 4 bambini, papà e zio alla sbarra

Due romeni residenti a Ortona accusati di violenza carnale, una delle vittime ha disegnato alla psicologa i due imputati

CHIETI. Il reato in sé è dei più odiosi: violenza sessuale. Se poi gli autori sono padre e zio, due fratelli, e le vittime quattro figli e nipoti minorenni, tre di 10 anni, una di 15, la storia assume i contorni del horror hard film. Ma questa brutta storia purtroppo non è un film, così come la ricostruisce l’accusa. In aula ieri sono finiti due romeni residenti a Ortona, accusati di stupro. Sono stati arrestati e sono in regime di custodia cautelare dall’estate del 2013. L’inchiesta delicatissima ha due incidenti probatori dove si delineano comportamenti orribili dei due imputati. La storia risale al 2013. Il padre è agli arresti domiciliari per un altro reato e vive con uno dei minorenni. La madre vive al piano di sopra con gli altri tre figli.

La donna aveva già dei sospetti sul compagno. E una notte sente degli strani rumori. Insieme alla sorella e alla madre scende al piano di sotto e scopre quello che non avrebbero mai voluto vedere. Chiama i carabinieri che piombano in casa e colgono il padre in flagranza di reato. All’uomo vengono infilate le manette. E il bimbo viene portato al pronto soccorso dove il medico certifica una violenza sessuale completa. Le indagini sono del sostituto procuratore Giuseppe Falasca.

Lo zio di quattro bambini entra nella storia in un secondo momento e viene arrestato. I romeni sono entrambi nel carcere di Castrogno di Teramo. Si apre un secondo fascicolo che viene poi riunito al primo. Il pm chiede e ottiene due incidenti probatori, audizioni protette dove i bambini allo psicologo descrivono il loro dramma. Prove inequivocabili secondo l’accusa, soprattutto quando vengono presentati disegni fatti probabilmente per la scuola che rivelano il ruolo dei due fratelli.

Ieri il processo presieduto dal presidente Geremia Spiniello (a latere Patrizia Medica e Andrea Di Berardino). Gli imputati sono in aula. Lo zio è difeso dall’avvocato Andrea Ferrone, il padre da un avvocato romano che però non si è presentato. Lo sostituisce un avvocato d’ufficio, Antonella Dragani, che non conosce il fascicolo. Il presidente le concede 10 minuti per leggerlo. Troppo poco per capire. Allora l’avvocatessa si fa nominare di fiducia e ottiene un rinvio più lungo. Prossima udienza il 17 gennaio. (k.g.)

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