Addio al poeta e saggista Leporati Stroncato da un malore a 58 anni
È stato il fondatore delle Edizioni Noubs, aveva vinto il premio Montale e tradotto autori orientali Tra i suoi libri quello su palazzi e chiese della città. Dopo aver vissuto a Siena era tornato da poco
CHIETI. A pensarlo dietro uno sportello di banca, lo si potrebbe definire un “insospettabile”. Difficile infatti pensare che un impiegato possa scrivere poesie e saggi, tradurre grandi nomi della poesia orientale o curare pubblicazioni sulla storia architettonica della città. Eppure, lavoro in banca a parte, è stato soprattutto uomo di lettere e di cultura Lorenzo Leporati, 58enne poeta, traduttore e saggista venuto a mancare ieri a causa di un malore improvviso. Nato a Chieti nel febbraio del 1966, Leporati dopo la laurea in Economia e commercio a Pescara nel 1990, ha vissuto a lungo a Siena, dove ha lavorato in banca per circa trent’anni. Da un paio d’anni era rientrato stabilmente a Chieti, dove è cresciuto e si è formato, ha iniziato a scrivere ed è stato ideatore e promotore di numerose iniziative culturali di spessore. Una di questa fu la fondazione delle Edizioni Noubs insieme a Massimo Pamio. A dare il nome alla casa editrice fu l’arbusto diffuso tra l’Africa centrale e meridionale all’India, nel quale Leporati e Pamio si imbatterono casualmente aprendo a caso un libro. All’inaugurazione delle edizioni Noubs, di cui tra l’altro Leporati disegnò il logo, a partecipò anche il poeta Mario Luzi. Ma non è stata questa la sua prima “avventura” editoriale: in passato c’era stata la “La casa dei parti”, nata nel 1994, che produceva piccole edizioni rilegate a mano artigianalmente. In questi anni inoltre lavora come commesso nella libreria Sellerio di Elvira Giorgianni a Chieti.
Leporati viene ricordato per «i testi raffinati e profondi, intrisi di una potente spiritualità», come lo ricorda una nota della Noubs. Con Camillo Gasbarri poi aveva realizzato due preziosi libri-oggetto sui palazzi e sulle chiese di Chieti. Alla poesia si dedicò fin da bambino, e nel 2000 vinse il Premio Montale di poesia. Dai vent’anni in poi si dedicò anche allo studio degli ideogrammi nella poesia tradizionale cinese e giapponese, alla mistica e poesia religiosa, traducendo poesie di Rabindranath Tagore, Matsuo Basho e Yosa Buson. Di lui, oltre al già citato Luzi, hanno scritto Maria Luisa Spaziani, Roberto Pazzi, Franco Loi, Marco Marchi, Gabriele Mandel, Giovanna Ioli.(a.rap.)
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