Ampliamento del De Titta Lite dopo il sì dell’aula

17 Ottobre 2014

Si parte subito con l’abbattimento del fabbricato dell’ex “scuola all’aperto” Ciccocioppo: se spuntano i reperti che succede? Di Domenico: progetto-scempio

LANCIANO. Si partirà con la demolizione dell’ex scuola all’aperto nel contestato intervento di ampliamento dell’istituto De Titta, appena approvato in consiglio comunale. Lo ha stabilito un ordine del giorno proposto dai consiglieri di maggioranza e approvato in aula poco dopo la variante al piano regolatore. Il provvedimento impegna sindaco e giunta a far sì che i lavori di demolizione del fabbricato dell’ex scuola all’aperto e la rimozione dei detriti vengano effettuati prima di ogni attività edilizia di scavo per rendere agevoli i lavori e il passaggio dei mezzi pesanti e arrecare il meno disagio possibile alle attività didattiche del liceo De Titta. Ma tra le righe si può leggere anche la precisa volontà della maggioranza che l’appalto da 1.630.000 euro erogati dal ministero per la Coesione territoriale garantisca innanzitutto l’abbattimento di uno scempio edilizio prima che il rinvenimento di un qualsiasi reperto archeologico arrivi a bloccare l’operazione urbanistica. Ed è proprio sugli eventuali reperti che chiede chiarezza Raffaele Ciccocioppo, coordinatore cittadino di Forza Italia Giovani.

«Cosa accadrebbe se durante la messa in opera dei lavori», domanda Ciccocioppo alla giunta, «riaffiorassero altri ritrovamenti archeologici che testimoniano la storia della città? Si copre il tutto come accaduto per l’arco di Santa Chiara? Si fermano i lavori dopo che l’iter è già partito?». L’esponente forzista critica «l’incapacità della maggioranza nel gestire un’amministrazione comunale», mettendo in luce anche «le sue divisioni interne viste le dimissioni dei coordinatori cittadini di Progetto Lanciano e di Sel dopo l’approvazione del progetto De Titta». Ciccocioppo chiede inoltre se in fondi sarebbero potuti essere utilizzati per mettere in sicurezza l’attuale sede dell’istituto superiore, ipotesi ventilata in aula, dietro precisa domanda dei consiglieri, dallo stesso ingegnere della Provincia Carlo Cristini che però aveva reputato l’iter «molto difficile e da verificare».

Critico sulla realizzazione della nuova ala anche Marco Di Domenico, ex assessore all’urbanistica e consigliere nel gruppo misto. «Il progetto», spiega, «urbanisticamente è uno scempio perché in controtendenza alla moderna politica di decongestionare il centro dalle scuole più popolose e prevedere un polo scolastico decentrato. L’opera inoltre violenta il centro storico e impatta drasticamente sulle scelte ventilate dall'amministrazione di miglioramento della qualità della vita, ztl, piste ciclopedonali e aree verdi».

Daria De Laurentiis

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