Arrestati per i quattro spari a Pellerani
In carcere l’operaio ferito con l’ascia e un suo amico: sono accusati dell’agguato in moto in via Del Porto del 9 aprile
VASTO. Dall’ospedale al carcere. Michele Lattazio, 30 anni, l’operaio ferito martedì a colpi d’ascia da Jari Pellerani, 28 anni, aiutato da due complici all’esterno del bar Del Giglio, è stato a sua volta arrestato per tentato omicidio. Le indagini dei carabinieri dirette dal procuratore Giancarlo Ciani hanno accertato che Lattanzio sarebbe uno dei due killer che il 9 aprile cercarono di uccidere Jari Pellerani. Lattanzio pare fosse il conducente della Ducati usata dai killer. Con lui è finito in manette Fabio Scafetta, anche lui operaio, incensurato, di 30 anni: sarebbe stato lui a premere il grilletto contro Pellerani. L’arresto dei due operai rivela a questo punto il movente dell’agguato a colpi di accetta e mette fine a una pericolosa faida. I due arrestati sono stati richiusi nel carcere di Torre Sinello a disposizione dell’autorità giudiziaria. I due, sentendo ormai sul collo il fiato degli investigatori, pare fossero in procinto di lasciare l’Italia. «Le indagini non sono concluse», fanno sapere gli investigatori. «Non si escludono nuovi sviluppi».
L’agguato per vendetta. Forse è vero quello che Jari Pellerani ha detto venerdì al suo avvocato, Elisa Pastorelli, subito dopo il suo arresto. Forse davvero non aveva premeditato di uccidere Lattazio. Certo è che quando si è trovato di fronte uno dei due uomini che gli avevano sparato contro, Pellerani ha perso la testa e ha deciso di pareggiare i conti. Gli investigatori hanno avuto il primo sospetto davanti alla reticenza di Lattanzio. L’operaio ha cercato di far credere alla polizia di non conoscere Pellerani. Le immagini della videosorveglianza e le tracce biologiche trovate sulla Ducati hanno fatto il resto.
Il tentativo di fuga. Lattanzio, vivo per miracolo, subito dopo il ferimento a colpi d’accetta, ha cercato di programmare la sua fuga e quella dell’amico Fabio Scafetta. I due non solo sapevano di essere in pericolo ma hanno capito che presto le forze dell’ordine li avrebbero arrestati. Non sono riusciti ad allontanarsi perché la loro mossa è stata prevista dai carabinieri e dalla Procura. Il procuratore Ciani ha chiesto e ottenuto dal gip nel giro di poche ore l’arresto dei due.
Il confronto. Scafetta, difeso dall’avvocato Raffaele Giacomucci, e Lattanzio dovrebbero essere interrogati oggi dal gip Caterina Salusti. È probabile si avvalgano della facoltà di non rispondere. Non è escluso un confronto con Pellerani. Intanto le forze dell’ordine stanno cercando di risalire al movente dell’attentato a Pellerani e a scoprire chi ha ordinato l’uccisione del giovane e armato Lattanzio e Scafetta.
Paola Calvano
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