Arrestato per violenze su una ragazza

31 Ottobre 2013

Professionista ai domiciliari. L’uomo approfittava della sua autorità rivestita nel gruppo frequentato dalla giovane

VASTO. Gli psichiatri non lasciano margini di dubbio: anche un bambino può rendersi conto della fragilità e dell’angoscia di una persona vittima di abusi sessuali. E Lea (il nome è di fantasia), 18 anni, non solo appariva sempre più angosciata ma era sempre più cupa e spesso stranamente violenta. È stato questo il primo campanello d’allarme che ha messo in allerta i familiari e i servizi sociali del Comune. Poi è arrivata la rivelazione fatta per caso a un conoscente. «Particolari difficili da inventare», rimarca il dirigente del commissariato di Vasto, il vicequestore Cesare Ciammaichella. Le indagini hanno fatto il resto. Uno stimato professionista vastese di 60 anni, sposato e padre, è da ieri mattina agli arresti domiciliari. L’accusa è violenza sessuale aggravata e continuata. L’uomo avrebbe abusato dell’autorità che la ragazza gli riconosceva e della fragilità psichica della vittima. Rischia fino a sette anni di carcere.

La storia. Lea, una ragazza anagraficamente maggiorenne, ma psicologicamente ferma all’età adolescenziale, diventa all’improvviso intrattabile. Il malumore durante la notte si trasforma in incubi. La ragazza spesso dà in escandescenze. Abituata a seguire la famiglia alle riunioni organizzate da un comitato di amici, prima di ogni riunione è intrattabile. La famiglia è preoccupata, ma certo non immagina l’inferno sopportato dalla ragazza. Poi Lea ascoltando i commenti di alcune persone su una storia di abusi sessuali rivela casualmente le richieste lascive fatte dal sessantenne proprio a lei. «Chi raccoglie la confessione rivela tutto alla famiglia e ai servizi sociali. Non appena veniamo informati partono le indagini», racconta il vice questore Ciammaichella.

Le indagini. La Procura autorizza intercettazioni, pedinamenti e altre attività investigative sul sospettato. La polizia comincia a frequentare gli ambienti in cui si muovono i protagonisti della vicenda. Gli investigatori scoprono che lui può disporre a proprio piacimento di una struttura. La usa come e quando vuole e spesso con lui c’è la ragazza. Il sessantenne la porta in ambienti riservati e la costringe a soddisfare le sue fantasie sessuali. La polizia cerca di conquistare la fiducia della ragazza per acquisire anche la sua testimonianza. «Non è stato facile», afferma il vicequestore. «Già estremamente fragile, Lea, a causa degli abusi, è diventata estremamente introversa. Poi, però, ha cominciato a fidarsi di una poliziotta e ha iniziato a parlare». Quello che ha raccontato non è piaciuto agli investigatori. «Soggiogata da quella persona così stimata dai suoi e dalla comunità che frequentava, la ragazza subiva le richieste più lascive e taceva», dice la polizia. Stando alle indagini gli abusi, i giochi erotici, le prestazioni sessuali sono andati avanti da marzo a giugno. Poi gli investigatori hanno trovato il modo di proteggere la ragazza senza far insospettire il violentatore.

L’epilogo. «Quando il materiale raccolto in questi mesi è stato presentato alla Procura, i magistrati non hanno avuto alcuna esitazione. Nei confronti del sessantenne il Gip del tribunale di Vasto ha emesso ieri mattina una ordinanza di custodia cautelare domiciliare», conclude Ciammaichella. L’accusato nega, parla di equivoci. La ragazza è seguita passo passo dai servizi sociali e da alcuni esperti che hanno il non facile compito di far guarire la sua anima ridandole la pace perduta.

Paola Calvano

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