Assessore ucciso in una battuta di caccia

1 Dicembre 2013

Franco Pasquini, 54 anni, amministratore a Treglio, scambiato per un cinghiale. L’amico che ha sparato accusato di omicidio

LANCIANO. Ha esploso un colpo dal suo fucile pensando si trattasse di un cinghiale, invece ha ferito a morte un altro cacciatore. È finita in tragedia una battuta di caccia al cinghiale a Torre Sansone, in un’area di boschi e terreni tra la contrada lancianese e Sant’Apollinare, a San Vito. La vittima è Franco Pasquini, 54 anni, dipendente della Sangritana e assessore comunale a Treglio. A sparargli, per un tragico errore, è stato Francesco Di Paolo, pensionato di 71 anni, originario di Gessopalena ma residente a Lanciano, ora indagato per omicidio colposo.

La battuta di caccia era stata organizzata da giorni. Alcuni partecipanti avevano trascorso il venerdì sera assieme, alla cena organizzata dallo stesso Pasquini che aveva una vera passione per la caccia. Si erano dati appuntamento per la mattina seguente. I cinghiali erano stati avvistati proprio lungo il pendio che scende da Torre Sansone per risalire verso Sant’Apollinare. Franco Pasquini è sceso a piedi da casa (che si trova lungo la strada che attraversa Torre Sansone, ma dal lato del comune di Treglio, in località San Martino), percorrendo la stradina sterrata che costeggia gli olivi, con il fucile e i suoi cani. Gli altri sono arrivati dal bivio per Sant’Apollinare. Addentrandosi lungo una strada di campagna piena di fango, per il recente maltempo, si raggiunge un boschetto.

Alla battuta di caccia partecipavano tredici cacciatori, provenienti da Fossacesia, Lanciano, San Vito e Treglio, esperti conoscitori della zona. I cacciatori si sono disposti a perimetro, ognuno con un compito preciso e in collegamento con gli altri via radio. Al segnale del capocaccia la battuta è iniziata, i cani sono stati liberati. Pasquini seguiva proprio alcuni animali che si muovevano abbaiando. Intorno alle 12,30 è avvenuta la tragedia.

Di Paolo ha avvistato una macchia scura, in movimento. Convinto si trattasse di un cinghiale, ha esploso un colpo dal suo fucile calibro 12, da una distanza non maggiore di 15-20 metri. La pallottola ha colpito Pasquini, un uomo corpulento, all’addome, mentre era al limitare del bosco, quasi fuori dalle frasche. Un grande foro nel maglione scuro del cacciatore, che è caduto a terra dolorante. I compagni più prossimi, il capocaccia e lo stesso sparatore, si sono avvicinati seguendo i lamenti e hanno provato a prestargli i primi soccorsi. All’arrivo dell’ambulanza del 118 non c’era già più niente da fare: il medico ha potuto solo constatare il decesso dell’uomo. Di Paolo si è subito assunto la responsabilità dell’accaduto. «Ho visto una cosa nera, pensavo fosse un cinghiale», ha detto al telefono per avvisare i familiari, prima di essere accompagnato in caserma dai carabinieri di Lanciano che, coordinati dal capitano Massimo Capobianco, indagano sulla disgrazia.

Secondo gli accertamenti dei militari, ad ingannare il pensionato è stato anche l’abbigliamento di Pasquini, che portava slacciato il giubbino catarifrangente. Nel primo pomeriggio Di Paolo è stato riaccompagnato sul luogo dell’incidente per chiarire alcuni aspetti della dinamica. L’anziano è stato poi deferito in stato di libertà con l’accusa di omicidio colposo.

Sul corpo di Pasquini l’anatomopatologo Raffaele Ciccarese ha eseguito un’ispezione esterna: un colpo secco al fianco destro è stato fatale al cacciatore. Il proiettile calibro 12 è rimasto conficcato all’interno.

Il sostituto procuratore Ruggiero Dicuonzo ha disposto, nel pomeriggio, la rimozione della salma, che in serata è stata riconsegnata ai familiari. I funerali dell’amministratore comunale e sindacalista si svolgeranno quasi sicuramente domani.

Stefania Sorge

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