Attenzione a frutta e verdura
Incendio e veleni, il sindaco firma il divieto di vendita.
CHIETI. Divieto di vendita di frutta e verdura e prodotti di origine animale che provengono dalle campagne di Chieti, Ripa, San Giovanni Teatino, Torrevecchia, Francavilla, Miglianico e Ortona. Sarà il contenuto dell’ordinanza del sindaco di questa mattina in seguito agli effetti provocati dall’incendio alla Seab. Ieri si sono incontrati sindaco, rappresentanti di protezione civile, Arta (agenzia regionale tutela dell’ambiente), Asl e vigili del fuoco che hanno costituito un tavolo permanente per monitorare le zone colpite dalle ricadute dell’incendio dello stabilimento Seab, azienda autorizzata anche al compostaggio di materiale pericoloso. I fumi che sono ricaduti nel territorio dovranno essere ancora analizzati e i risultati saranno pronti lunedì prossimo.
L’Arta, il giorno dell’incendio, dopo i campionamenti eseguiti anche con una certa difficoltà, ha trovato comunque una gran quantità di benzene e idrocarburi e sospetta anche la presenza di diossina. Il sindaco anche per questo motivo questa mattina emetterà l’ordinanza che vieta la fornitura e la vendita dei prodotti ortofrutticoli e di origine animale prodotti nelle zone colpite. Intanto il Wwf questa mattina alle 11 ha indetto una conferenza stampa davanti al Comune, la ex Banca d’Italia. L’associazione ambientalista che ha annunciato rivelazioni di una certa delicatezza e importanza senza volerne anticipare i contenuti sottolinea che i provvedimenti cautelari promossi su Chieti vanno estesi anche agli altri comuni potenzialmente colpiti.
Il Wwf aggiunge di aver trovato molta impreparazione e caos tra le istituzioni, lì dove le prefetture di Chieti e Pescara risultavano del tutto ignare rispetto agli interventi precauzionali intrapresi o da intraprendere. In merito alle questioni degli inquinanti emessi, il Wwf fa notare che negli incendi di questo tipo possono prodursi non solo le diossine ma altre categorie di composti chimici tossici e cancerogeni, come il benzene e molte molecole del gruppo idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). Secondo gli ambientalisti questi e altri inquinanti devono essere ricercati sull’area vasta esposta alle ricadute a distanze diverse, provvedendo a un monitoraggio di suolo, aria e vegetali.
Il Wwf ricorda che la Seab è sotto inchiesta per una gestione non corretta dei rifiuti. Per questo aggiungono gli ambientalisti «non crediamo si possa tranquillizzare rispetto alle tipologie di materiali andati in fumo». Il Wwf poi evidenzia l’impreparazione delle istituzioni ad affrontare certe emergenze. L’Arta, per esempio, non ha la reperibilità, per cui dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina, qualsiasi cosa accada, teoricamente, i funzionari e i tecnici potrebbero non essere raggiungibili. «Se lo fanno», dicono al Wwf, «lo fanno per puro spirito di abnegazione e sacrificio, esponendosi anche a rischi». Una situazione che non può essere una regola secondo gli ambientalisti considerato che gli incendi avvengono sempre a fine settimana.
L’Arta, il giorno dell’incendio, dopo i campionamenti eseguiti anche con una certa difficoltà, ha trovato comunque una gran quantità di benzene e idrocarburi e sospetta anche la presenza di diossina. Il sindaco anche per questo motivo questa mattina emetterà l’ordinanza che vieta la fornitura e la vendita dei prodotti ortofrutticoli e di origine animale prodotti nelle zone colpite. Intanto il Wwf questa mattina alle 11 ha indetto una conferenza stampa davanti al Comune, la ex Banca d’Italia. L’associazione ambientalista che ha annunciato rivelazioni di una certa delicatezza e importanza senza volerne anticipare i contenuti sottolinea che i provvedimenti cautelari promossi su Chieti vanno estesi anche agli altri comuni potenzialmente colpiti.
Il Wwf aggiunge di aver trovato molta impreparazione e caos tra le istituzioni, lì dove le prefetture di Chieti e Pescara risultavano del tutto ignare rispetto agli interventi precauzionali intrapresi o da intraprendere. In merito alle questioni degli inquinanti emessi, il Wwf fa notare che negli incendi di questo tipo possono prodursi non solo le diossine ma altre categorie di composti chimici tossici e cancerogeni, come il benzene e molte molecole del gruppo idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). Secondo gli ambientalisti questi e altri inquinanti devono essere ricercati sull’area vasta esposta alle ricadute a distanze diverse, provvedendo a un monitoraggio di suolo, aria e vegetali.
Il Wwf ricorda che la Seab è sotto inchiesta per una gestione non corretta dei rifiuti. Per questo aggiungono gli ambientalisti «non crediamo si possa tranquillizzare rispetto alle tipologie di materiali andati in fumo». Il Wwf poi evidenzia l’impreparazione delle istituzioni ad affrontare certe emergenze. L’Arta, per esempio, non ha la reperibilità, per cui dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina, qualsiasi cosa accada, teoricamente, i funzionari e i tecnici potrebbero non essere raggiungibili. «Se lo fanno», dicono al Wwf, «lo fanno per puro spirito di abnegazione e sacrificio, esponendosi anche a rischi». Una situazione che non può essere una regola secondo gli ambientalisti considerato che gli incendi avvengono sempre a fine settimana.