Benefici per la prima casa a chi ha comprato le ville
Nuovi particolari dalle indagini sul Molino Village di contrada San Tommaso Oltre alla lottizzazione abusiva la Procura esamina la posizione degli acquirenti
VASTO. Residence con destinazione turistico-alberghiera acquistati a prezzi stracciati e usufruendo dei benefici per la prima casa. Si arricchisce di nuovi capitoli l’inchiesta giudiziaria sul Molino Village, l’elegante complesso edilizio di contrada San Tommaso messo sotto sequestro dalla magistratura nelle scorse settimane.
Oltre a contestare la lottizzazione abusiva - la società avrebbe realizzato un complesso immobiliare di tipo residenziale al posto del villaggio turistico autorizzato dal consiglio comunale, eludendo il vincolo di destinazione d’uso - la Procura ha analizzato anche la posizione degli acquirenti, parti lese nel procedimento penale che conta sei indagati.
Nel decreto di sequestro preventivo firmato dal giudice Anna Rosa Capuozzo, vengono riservati alcuni passaggi alle compravendite immobiliari. Da una lettura dei rogiti, stipulati in quattro diversi studi notarili della zona, sembra proprio che chi ha comprato un appartamento all’interno del complesso residenziale realizzato a due passi dal mare e confinante con un sito di interesse comunitario (Sic), abbia acquistato a prezzi stracciati. Le cifre riportate negli atti parlano chiaro: un residence di 80 metri quadri è stato pagato (sulla carta) 180 mila euro, poco più di 2 mila euro a metro quadro, quindi molto al di sotto del costo di mercato che per quella zona va dai 3.000 ai 4.000 euro al metro quadro. Non solo. Alcuni acquirenti hanno usufruito anche dei benefici per la prima casa, fissando quindi la propria residenza in contrada San Tommaso.
«Nel corso delle indagini sono stati acquisiti elementi che fanno inequivocabilmente pensare che i privati hanno comprato un immobile da destinare non già alla locazione alberghiera, ma a residenza propria e del proprio nucleo familiare», sottolinea la Procura per la quale «è emblematico quanto si legge nei rogiti notarili, nella parte in cui gli acquirenti dichiarano di voler adibire quanto acquistato a propria abitazione».
Le tesi difensive puntano sulla buona fede degli acquirenti, alcuni dei quali hanno fatto anche ricorso al mutuo. «Sono soggetti danneggiati, quindi parti lese», sostiene l’avvocato Fiorenzo Cieri, uno dei legali che per conto di due proprietari ha presentato ricorso al tribunale del riesame di Chieti per ottenere il dissequestro degli appartamenti.
I sigilli sono scattati il 9 gennaio. Secondo il procuratore capo Francesco Prete che, ha chiesto ed ottenuto dal Gip del tribunale il sequestro preventivo del complesso immobiliare, sono state realizzate residenze private al posto del villaggio turistico, in una zona classificata D4, ossia destinata a insediamenti turistici. Sarebbe stato quindi eluso il vincolo di destinazione urbanistica apportando una serie di modifiche al progetto votato dall’assemblea civica nel 2007 che prevedeva anche un albergo e servizi in comune come bar-tavola calda, mini-market, lavanderia e stireria.
Sempre secondo gli inquirenti sono stati realizzati 9.464 metri cubi di volumetria in eccesso rispetto a quella consentita. Oltre al rappresentante legale della società Molino&Molino sono rimasti coinvolti nell’inchiesta due funzionari comunali e tre tecnici che svolsero funzioni di direttore dei lavori.
Anna Bontempo
©RIPRODUZIONE RISERVATA