CHIETI

Caccia al ladro, dieci cittadini indagati

Sono finiti sotto inchiesta a Casalincontrada per minaccia grave nei confronti di un giovane del posto, poi arrestato per i raid in case e garage

CHIETI. Sono accusati di minaccia grave nei confronti di un giovane che ha messo a segno una raffica di furti. Dieci cittadini di Casalincontrada si ritrovano ora indagati in un’inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Chieti. A rivolgersi ai carabinieri della locale stazione, all’inizio del 2024, era stato il ladro, poi arrestato per sei furti consumati e uno tentato in case, garage, chiese e locali, oltre che per i reati di ricettazione continuata e invasione di edifici.

Gli indagati sono finiti nei guai per aver organizzato – lo scorso 6 gennaio – una sorta di caccia all’uomo, senza aspettare l’intervento dei militari, che pure ha consentito di inchiodare il giovane, residente in paese, alle proprie responsabilità. «Mi hanno sparato con il fucile», aveva denunciato in caserma l’autore dei furti. Sui colpi di arma da fuoco non sarebbero venute fuori evidenze certe; diverse testimonianze, invece, parlerebbero di minacce – anche di morte – nei confronti del ladro. Qualora le accuse venissero confermate, emergerebbe un allarmante modello di giustizia fai da te assolutamente incompatibile con la legge.
Il giorno dell’Epifania, intorno alle 16, il giovane ha rubato da una rimessa agricola di via Alento cinque pentole di rame, una carriola e un contenitore di latta pieno di gasolio. Il malvivente, già in passato finito nei guai per azioni simili, è stato però sorpreso da alcuni residenti, che lo avrebbero raggiunto, accerchiato e pesantemente minacciato. A quel punto il ladro, pur di far perdere le sue tracce e sfuggire alla presa, si è lanciato in un fosso pieno di rovi, incurante delle possibili conseguenze fisiche.

Dopo alcune segnalazioni, sul posto si sono precipitati i carabinieri, che hanno raccolto le testimonianze, ricostruito l’episodio nel dettaglio e avviato le ricerche. Il ladro è stato individuato dai militari, dopo circa cinque ore dal furto, anche grazie a un cittadino che ha messo a disposizione un termoscanner, in grado di riconoscere le fonti di calore, come appunto il corpo umano. È stato allertato anche il 118, perché il giovane era ferito e privo di sensi. Dopo le prime cure in via Alento, è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso di Chieti. I successivi esami hanno escluso complicazioni: il mattino successivo i medici hanno disposto le dimissioni.
Agli indagati sono stati notificati gli avvisi di garanzia e, nel giro di pochi giorni, l’argomento è diventato motivo di discussione in paese. Sul tema, dopo l’arresto del ladro, era intervenuto anche il sindaco di Casalincontrada Vincenzo Mammarella: «La giustizia non si fa da sé, ha i suoi tempi, il rispetto dei diritti codificati è la misura del senso civile: ripagare una violazione con un’altra violazione non è la via giusta».
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