Caso Tekne, tante commesse ma non paga gli stipendi: indetto lo sciopero
Quattro i mesi di ritardo nei pagamenti nonostante le vendite. Fiom-Cgil proclamano l’astensione dal lavoro il 3 ed il 4 dicembre
ORTONA. Le commesse della Tekne aumentano, la società è in trattativa con un grande gruppo ma l’ultimo bonifico, relativo alle mensilità di luglio, risale al 25 ottobre 2024. Quindi quattro mesi di stipendi arretrati. Per questo la Fiom-Cgil, dopo l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dell’azienda, ha indetto lo sciopero dei lavoratori dell’azienda per il 3 ed il 4 dicembre. Il sindacato ha emesso un comunicato duro nei confronti dell’azienda, sottolineando le tante promesse non mantenute dai dirigenti. Ma andiamo con ordine.
La Tekne è un’azienda a gestione familiare che produce veicoli speciali, industriali e militari, occupandosi anche dell’allestimento, che si è imposta fin dagli anni ‘90 come un marchio di sicuro affidamento nel settore. Come aveva raccontato il nostro Lorenzo Colantonio qualche tempo fa, alcuni dei bilndati prodotti dalla Tekne sono utilizzati dall’esercito ucraino nei combattimenti.
Dunque, con lo scoppio della guerra le commesse dell’azienda abruzzese, la cui sede centrale è ad Ortona, sono aumentate. Eppure gli stipendi non arrivano. Una situazione che ha portato i lavoratori ad indire lo stato di agitazione già da qualche tempo. Ma ora, con ben quattro mesi di mensilità arretrate, l’assemblea dei lavoratori dell’azienda ha valutato che fosse arrivato il momento di passare all’azione e ha proclamato lo sciopero nelle ultime quattro ore del turno di lavoro del 3 dicembre e nelle prime quattro del giorno successivo.
"Durante la riunione, l’atmosfera era tesa e di forte insoddisfazione soprattutto per il ritardo nel
pagamento degli stipendi – spiega il segretario provinciale di Chieti della Fiom-Cgil, Andrea De Lutis – ci troviamo al quarto mese di ritardo con l’ultimo bonifico risalente al 25 ottobre 2024, relativo a luglio 2024, il ritardo diventa più grave ad ogni mese. L’Azienda ci ha fatto sapere che stanno cercando di racimolare i soldi per pagare uno dei quattro stipendi arretrati, dichiarano un probabile pagamento entro questa settimana, a questa incertezza, si aggiunge la profonda delusione emersa durante l'assemblea di oggi: è stato scoperto che, fino alla scorsa settimana, l'azienda disponeva dei fondi per pagare almeno una delle mensilità. Tuttavia, sembra che Tekne abbia deciso di destinare tali risorse ad altre priorità”.
Nell’incertezza generale che regna nell’azienda, i lavoratori ripongono la loro speranza nel successo delle trattative attualmente in corso con un grande gruppo – di cui si preferisce non fare il nome – spiega De Lutis: “E’ risaputo che sono in corso trattative avanzate con un grande gruppo (del quale non menzioniamo il nome per non intralciare le discussioni), da quanto appreso, ci sarebbe la possibilità di risanare le posizioni dei lavoratori in tempi molto rapidi, potenzialmente entro dicembre, qualora l'accordo tra le parti trovasse la perfezione. Non abbiamo dettagli sulle altre contropartite eventualmente legate ai rapporti tra gli interlocutori. All'interno dell'azienda si vocifera di una seconda possibile soluzione alla vertenza, legata all'arrivo di eventuali fondi da fonti al momento sconosciute. Anche se il nostro principale interesse è trovare una soluzione – continua il segretario provinciale – indipendentemente da quali siano gli attori, queste informazioni poco circostanziate, ci portano inevitabilmente a preferire la prima opzione rispetto alla seconda”.
“La situazione appare ancora più delicata – prosegue ancora de Lutis – se consideriamo che la procedura volontaria avviata daTekne, nota come "composizione negoziata", potrebbe portare a una terza e quarta possibilità: lafine dell'azienda, qualora nessuna delle prime due soluzioni si concretizzi entro il 20 dicembre, il prolungamento della procedura nel caso di un’altra soluzione percorribile, ma non immediatamente.Tutte le posizioni saranno oggetto di approfondimento dell’ Esperto, che a sua volta farà una relazione che servirà al tribunale per decidere le sorti della Tekne, anche in questo caso, la prima via, sicuramente riscontrerebbe un parere positivo”.
Le conclusioni finali del segretario provinciale della Fiom-Cgil lasciano trasparire l’amarezza per lo stato delle cose alla Tekne: “La situazione legata al ritardo nel pagamento degli stipendi è ormai insostenibile. La salvezza dell'azienda è un obiettivo raggiungibile, ma è fondamentale concretizzare rapidamente. Invitiamo tutte le parti coinvolte a concludere al più presto le discussioni. Non è accettabile che un'azienda che lavora per lo Stato accumuli quattro mesi di ritardo nel pagamento degli stipendi, né che lo Stato non intervenga in modo puntuale per dirimere il problema”.
Il 6 dicembre ci sarà un incontro con i vertici della Tekne che i lavoratori si augurano sia risolutivo per fa arrivare nelle loro tasche gli stipendi che si sono guadagnati.