san vito chietino
Centro antiviolenza per donne nell’appartamento confiscato
SAN VITO CHIETINO. Nascerà un centro antiviolenza per le donne nella casa confiscata alla criminalità in via Murata. Lo ha deciso la giunta guidata dal sindaco Emiliano Bozzelli che, nei prossimi...
SAN VITO CHIETINO. Nascerà un centro antiviolenza per le donne nella casa confiscata alla criminalità in via Murata. Lo ha deciso la giunta guidata dal sindaco Emiliano Bozzelli che, nei prossimi giorni, si appresta anche ad assegnare ad una associazione la gestione del centro. «Nell’aprile dello scorso anno, quando c’era la precedente amministrazione», dice l’assessore alle politiche sociali Gabriella Mancini, «l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha trasferito al Comune due immobili in via Murata, un appartamento e una autorimessa, perché fossero destinati a finalità istituzionali. Un sequestro eseguito dal tribunale di Torino e confermato dalla Cassazione. Appena insediati», spiega l’assessore, «nel fare la ricognizione degli immobili e dei locali comunali, abbiamo scoperto che c’era questo appartamento e che poteva essere revocato dall’agenzia se entro un anno dal trasferimento l’ente territoriale non provvedeva alla destinazione dei beni. Ci siamo quindi messi subito a lavoro».
La finalità per usare terreni e immobili confiscati alla criminalità deve essere istituzionale o sociale come previsto dalla legislazione antimafia. A Lanciano, ad esempio, su un terreno confiscato alla criminalità sono stati creati degli orti urbani, affidati ai cittadini e anche ad una scuola dell’infanzia. Così l’amministrazione Bozzelli ha optato per la creazione di un centro antiviolenza per le donne. «Non è solo una destinazione compatibile con le finalità istituzionali», spiega l’assessore Mancini, «ma è anche un’esigenza, purtroppo, avvertita sul territorio. Visto che sono ancora troppi i casi di violenza sulle donne e tra le mura domestiche, creando questo centro vogliamo poter offrire un rifugio, un aiuto, alle donne, non solo sanvitesi. Il Comune dovrà sistemare l’appartamento e poi potrebbe affidare la gestione del centro ad una associazione. Sono pervenute delle richieste che stiamo valutando». (t.d.r.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
La finalità per usare terreni e immobili confiscati alla criminalità deve essere istituzionale o sociale come previsto dalla legislazione antimafia. A Lanciano, ad esempio, su un terreno confiscato alla criminalità sono stati creati degli orti urbani, affidati ai cittadini e anche ad una scuola dell’infanzia. Così l’amministrazione Bozzelli ha optato per la creazione di un centro antiviolenza per le donne. «Non è solo una destinazione compatibile con le finalità istituzionali», spiega l’assessore Mancini, «ma è anche un’esigenza, purtroppo, avvertita sul territorio. Visto che sono ancora troppi i casi di violenza sulle donne e tra le mura domestiche, creando questo centro vogliamo poter offrire un rifugio, un aiuto, alle donne, non solo sanvitesi. Il Comune dovrà sistemare l’appartamento e poi potrebbe affidare la gestione del centro ad una associazione. Sono pervenute delle richieste che stiamo valutando». (t.d.r.)
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