Ortona

Parto in ambulanza al casello A14. «Così in 27 minuti è nata Azzurra»

30 Marzo 2025

Ortona, notte di forti emozioni. La madre, caricata sotto casa intorno alle 2, era a bordo del mezzo diretto a Lanciano a tutta velocità. Il medico che l’ha assistita: “Doglie e contrazioni frequenti: toccava a noi intervenire al più presto”

ORTONA. Un medico, la teatina Enrichetta Di Penta, e tre infermieri, hanno fatto partorire una donna ortonese all’uscita del casello autostradale di Lanciano. È successo al culmine di un’avventura durata 27 minuti che merita di essere raccontata. Nella notte tra venerdì e sabato, Di Penta è di turno al 118 di Ortona e intorno alle 2 le arriva una telefonata. C’è una donna che deve partorire e dev’essere trasportata all’ospedale Renzetti di Lanciano. Dall’ospedale Bernabeo di Ortona parte subito un’ambulanza per raggiungere l’abitazione della gestante, già in attesa sotto casa, in via Vito da Ortona. 

Il medico Di Penta arriva lì dal pronto soccorso ortonese con l’automedica guidata da Fabrizio Sozio, insieme all’infermiere Fabio Di Benedetto. Lei e Di Benedetto salgono sull’ambulanza guidata da Samuele Lanci, dove a bordo trovano un’altra infermiera, Concettina Ferrante. 

Lanci sfreccia verso Lanciano e imbocca l’autostrada, ma quando arrivano all’ospedale la bimba è già nata. Si chiama Azzurra, e la sua vita inizia alle 2.26 del 29 marzo 2025 all’uscita del casello autostradale di Lanciano, precisamente a Rocca San Giovanni, luogo che riempirà per sempre i suoi documenti.

«Appena partiti da casa della donna abbiamo avvisato l’equipe ostetrica di Lanciano di farsi trovare pronta sotto l’ospedale», racconta la dottoressa Di Penta, «ma la donna aveva le doglie, contrazioni frequenti, e a un certo punto ci siamo resi conto che avremmo dovuto farla partorire noi». 

Il parto è teleguidato da Lanciano col vivavoce: «Un’ostetrica ci ha dato le indicazioni per seguire il parto, fino alla nascita». Quando Lanci porta l’ambulanza in tempi record al Renzetti, i medici accolgono Azzurra e la sua mamma con una culletta, per trasferirle in reparto. 

«Samuele è stato bravissimo, ha fatto volare l’ambulanza, nonostante gli chiedessimo continuamente quanto mancasse», dice Di Penta sorridendo. Il giovane autista ventiquattrenne racconta che tutta l’operazione è durata 27 minuti, ma per raggiungere l’ospedale di Lanciano da casa della donna ne ha impiegati solo 14, sotto la pioggia. «Ero concentratissimo», racconta, «e con un occhio guardavo sempre dietro, dallo specchietto, perché mi sentivo addosso la responsabilità gigantesca di trasportare una donna nel bel mezzo di un parto, e tre persone in piedi che operavano su di lei, il tutto con meteo avverso. Sono emozioni che non capitano tutti i giorni». 

E di «emozione», una delle più forti nella sua lunga carriera da medico, parla anche Enrichetta Di Penta, anestesista e rianimatrice: «Sono tanti anni che faccio il medico ma è la prima volta che mi capita una cosa simile. Sono passata nella stessa notte dall’intervenire per un decesso a far nascere una bambina in autostrada. Nel mio lavoro vedo sempre persone che stanno male, incidenti, persone sul punto di andarsene; questa invece è una cosa bella, vedi la vita iniziare».