Chieti, dietrofront sui 135 esuberi alla Dayco: sciopero sospeso

Nel vertice a sorpresa management e sindacati hanno ripreso la trattativa. Obiettivo: scongiurare i licenziamenti abbassando i costi di produzione

CHIETI. Passo indietro del vertice aziendale sui 135 esuberi e sciopero revocato, già da ieri mattina, nei tre stabilimenti Dayco di Chieti e Manoppello.
L’incontro convocato a sorpresa per giovedì sera in Confindustria ha dato i frutti sperati. Al vertice erano presenti il responsabile del personale Silvana Roatta, il responsabile di produzione degli stabilimenti Carlo Fulgenzi i rappresentanti di Confindustria e quelli del sindacati.
La convocazione c’è stata dopo che era stato disdetto il precedente vertice che doveva essere tenuto solo poche ore prima, alle 15. L’azienda, disdicendo l’incontro delle 15, aveva provato a mantenere la linea dura dettando le proprie condizioni, per cui si sarebbe seduta al tavolo sindacale soltanto se questi avessero revocato lo sciopero di quattro giorni che sarebbe dovuto durare sino a sabato. Lavoratori e sindacati, però, non avevano accettato condizioni e, di conseguenza, non avevano revocato lo sciopero. A questo punto l’azienda aveva fatto saltare l’incontro del pomeriggio, salvo poi riconvocarlo, a sorpresa, in serata, quando il clamore della protesta si era un po’ calmato.
I sindacalisti, dunque, avevano incassato il primo round, riuscendo a fare il vertice senza dover sottostare alle condizioni poste dall’azienda. Seduti al tavolo, sono stati loro a porre una sola ma imprescindibile condizione. «Noi abbiamo posto un solo punto pregiudiziale», ha detto Carlo Petaccia segretario della Filctem Cgil, «ovvero che avremmo aperto la trattativa solo partendo da un punto di avvio diverso da quello dei 135 esuberi. E loro hanno deciso di venirci incontro, ritirando il discorso esuberi, che per noi era inaccettabile anche di fronte al fatto che la Dayco è una multinazionale sana. Se ci sono dei problemi, a livello locale», ha continuato il segretario Filctem, «siamo pronti ad affrontarli insieme con il management, purché non si parta col mandare a casa 135 persone. Quando il vertice aziendale ha riconosciuto che questo punto per noi irrinunciabile, abbiamo potuto aprire la trattativa e sospendere lo sciopero».
I 620 dipendenti sono dunque tornati regolarmente al lavoro nei tre stabilimenti interessati già dal primo turno di ieri mattina alle 6.
Dayco e organizzazioni sindacali hanno deciso di avviare un percorso condiviso il cui obiettivo è abbassare i costi di produzione aggredendo i costi fissi per scongiurare i licenziamenti.
Un primo incontro ufficiale fra le parti è stato fissato per il prossimo 18 luglio.
«Non ci sentiamo vittoriosi», conclude Petaccia, «ma siamo riusciti a spostare il discorso dal tema dei licenziamenti ad un lavoro condiviso sull'abbattimento dei costi». (a.i.)
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