L'ex caserma Pietrantoni a Chieti

Chieti, ex caserma Pietrantoni: "Associazioni sfrattate senza appello"

Nell'edificio arriva la Casa dello Studente, via 40 sodalizi con oltre quattromila iscritti. La protesta dei presidenti delle associazioni

CHIETI. Associazioni sfrattate, senza possibilità d’appello. Mentre l’ex caserma Pierantoni si avvia a diventare uno studentato da circa 200 posti, la quarantina di associazioni che ha sede nello stabile del quartiere Santa Maria ha ricevuto lo sfratto dal Comune. Devono riconsegnare le chiavi entro il 30 giugno, senza che l’Amministrazione comunale abbia dato loro un’alternativa certa su dove andare.

«È l’ultimatum del Comune e noi non ci possiamo fare nulla», dice Bruno Di Crescenzo, presidente del Gem, Gruppo escursionista Maiella che ha circa 400 soci. Nella sua situazione ci sono tutte le altre associazioni, che raggruppano oltre 4.000 soci. Le associazioni si sono incontrate giovedì scorso in un’assemblea e hanno deciso di fare fronte comune. Martedì prossimo terranno una conferenza stampa per portare all’attenzione pubblica la loro situazione. Di Crescenzo è uno dei portavoce del gruppo: «Siamo in tanti e con le nostre attività», sottolinea, «abbiamo dato molto alla città. Non siamo contrari al ritorno degli studenti sul colle, ma crediamo che essere trattati così non ci sembra giusto». Tra le associazioni c’è di tutto, dai coristi del celebre maestro Peppino Pezzulo, ai nuotatori disabili della polisportiva dilettantistica Vita e Sport, ai giovani pugili dell’associazione di boxe, agli artigiani in pensione del Caa diretto da Filiberto Turli, agli appassionati di caccia della sezione teatina della Federazione caccia guidata da Giannicola Di Carlo. E c’è anche la sede della compagnia teatrale I Marrucini, diretta da Antonio Potere che è anche presidente regionale della Fita, la Federazione italiana di teatro dialettale e che collabora con il teatro Marrucino per l’organizzazione di diverse attività che riguardano il teatro dialettale. «Questo ultimatum», dice, «rischia di interrompere le attività della compagnia teatrale, che tra l’altro porta in giro per l’Italia il nome di Chieti, partecipando a diverse rassegne di dialettale. Siamo da otto anni alla Pierantoni e abbiamo speso anche molte risorse economiche per ristrutturare la nostra sede. E al momento non sappiamo proprio dove andare». «Siamo sempre stati d’accordo nel fare della Pierantoni una casa dello studente», dice Ugo Iezzi, presidente del Centro studi Domenico Spezioli, che ha sede sempre nella caserma, «quello che non ci è piaciuto è la lettera di sfratto senza indicazioni di dove andare. Tutti noi rappresentiamo una risorsa per la città, un bene prezioso che non può essere buttato così alle ortiche. Comunque abbiamo delle proposte su dove poter andare, visto che di edifici comunali vuoti ce ne sono tanti». L’atteggiamento è, dunque, ancora dialogante nei confronti del Comune, anche se, dice lo chef Pino Marchetti, a capo del club enogastronomico Il Capolinea, «non siamo stati trattati in maniera corretta. Non tutti sono stati avvertiti per tempo. Io, che occupo questa sede da 11 anni, ho saputo tutto dai giornali e dalle voci di corridoio. Penso che se la Pierantoni è ancora in piedi in parte è anche grazie a noi. Avrei preferito che fossimo trattati con maggiore rispetto. Ma comunque c’è tempo per rimediare». «La proposta che avanzerò alla pubblica amministrazione è quella di poterci trasferire tutti al Santa Maddalena», dice Eugenio Di Caro, presidente dell’associazione Percorsi, che si occupa di giovani con problemi mentali. «Il Santa Maddalena è completamente vuoto e ha certamente bisogno di qualche lavoro di ristrutturazione. È altrettanto certo che non siamo noi associazioni a potercene occupare. Questa comunque, a mio avviso, potrebbe essere la giusta soluzione per uscire dall’imbuto in cui ci siamo trovati».

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