Chieti, l’allenatore resta in carcere. Il Riesame: no ai domiciliari
Furgiuele è accusato di aver abusato dei piccoli atleti della squadra di baseball. Ma l’avvocato difensore Antonangeli annuncia il ricorso in Cassazione
CHIETI. Resta in carcere l’allenatore di baseball accusato di violenza sessuale aggravata a danno di minori. Anche il tribunale del Riesame dell’Aquila, come aveva già fatto il gip del tribunale di Chieti, ha rifiutato la domanda di scarcerazione di Riccardo Furgiuele, che si trova rinchiuso nel penitenziario di Madonna del Freddo dallo scorso 22 marzo. Difeso dall’avvocato Luigi Antonangeli, Furgiuele aveva chiesto di poter tornare a casa e si era detto disponibile anche ad indossare il braccialetto elettronico per poter dimostrare il rispetto degli arresti domiciliari. Ma il Riesame non ne ha voluto sapere.
«Al momento non si conoscono le motivazioni della decisione», dice l’avvocato Antonangeli, «che mi è stata anticipata solo in via informale». L’avvocato si dice pronto a fare di tutto pur di scarcerare il suo assistito, anche a ricorrere in Cassazione. Solo che non si può muovere sin quando non ha avuto contezza delle motivazioni rilasciate dal tribunale del riesame. Tribunale che si è preso un margine alquanto lungo per depositarle. «Il tribunale del Riesame», ha detto infatti l’avvocato Antonangeli, «ha fatto sapere che avrebbe preso un termine di 30 giorni per depositare le motivazioni. Si tratta di un termine alquanto ampio. E il ricorso in Cassazione non è ammissibile se non quando ci siano le motivazioni del provvedimento. La mia impressione», confida l’avvocato, «è che abbiano voluto assicurare al Furgiuele un altro mesetto e mezzo di custodia cautelare in carcere in ogni caso. Altrimenti non saprei cosa altro pensare».
Furgiuele, cinquantunenne di San Giovanni Teatino, rappresentante e agente plurimandatario di società di telefonia mobile, allenatore di baseball nel tempo libero, è accusato di aver abusato di diversi ragazzini che allenava.
Tre i casi accertati, che nel corso delle indagini sarebbero già saliti a sei.
L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Falasca e portata avanti dalla Squadra mobile teatina, diretta da Francesco Costantini.
I ragazzini che sarebbero stati abusati sono tutti minorenni. Hanno meno di 14 anni e il più piccolo ha addirittura 8 anni.
L’uomo era stato coinvolto già in passato in una vicenda simile con le stesse gravissime accuse di pedofilia, ma il caso si era presto smontato davanti ai giudici. (a.i.)