guerra alla d'annunzio
Chieti, l’Ateneo cancella il maxi bilancio di milioni e mattoni
Rettore e direttore generale sconfitti anche sul fronte opere pubbliche E la progettazione dell’Ex Bucciante non andrà ai privati
CHIETI. Addio all’Ateneo del mattone. È un bilancio di previsione tagliato di netto quello approvato dalla seduta fiume di martedì dal Cda della resa dei conti alla D’Annunzio. Il mega bilancio da 65 milioni di opere pubbliche è piombato sul tavolo di una seduta già avvelenata dagli strascichi del caso Luigi Capasso, il prof dichiarato decaduto da un giorno all’altro dal rettore Carmine Di Ilio, che ha sconfessato se stesso annullando il decreto con cui nel 2012 lo aveva nominato membro del cda. Ma era stato proprio Capasso, insieme ad altri membri, a sollevare il problema che riguardava le opere pubbliche che l’ateneo voleva realizzare e che aveva portato alla decisione di chiedere l’avvio di un provvedimento disciplinare nei confronti del direttore generale Filippo Del Vecchio. Capasso, fuori dal Cda per incompatibilità (essendo anche, come già nel 2012, direttore del museo universitario) non ha potuto seguire l’accesa maratona (dalle ore 15 alle 23.30), ma cinque consiglieri d’amministrazione (Antonio Bianchini, Cristina Caroli Costantini, Luigi D’Addona, Ezio Ercole e Ivo Vanzi), con grande compattezza, hanno alzato un muro, imponendo tagli sostanziali al bilancio d’oro. Non è stato neanche approvato il Programma triennale per l’edilizia, arrivato senza il parere positivo dei revisori dei conti. Dal bilancio di previsione 2016 scompare anche un’onerosa opera pubblica: il nuovo archivio documentale che si sarebbe dovuto costruire nel campus di via dei Vestini. Il progetto era quella di realizzare un nuovo edificio per contenere l’archivio cartaceo dell’ateneo, un’iniziativa che è parsa viaggiare in controtendenza con il processo di digitalizzazione che è in atto anche nell’università dove, ad esempio, da 2016 inizieranno a scomparire pure i vecchi libretti universitari cartacei per far posto ai libretti digitali.
La voce di spesa che riguardava l’iniziativa è stata cancellata. Via libera, invece, agli adeguamenti di stipendio per i docenti e al progetto di ristrutturazione della caserma Bucciante alla villa comunale, ma la progettazione non verrà affidata al Provveditorato alle opere pubbliche. Sarà il Cda a decidere a chi affidarla e non il direttore generale che si era mosso, invece, in difformità con la volontà dello stesso Cda, attraverso l’onerosa convenzione con il Provveditorato alle opere pubbliche che prevedeva anche l’incarico di progettazione. È stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha avviato la richiesta di un provvedimento disciplinare nei confronti del dg Del Vecchio. Provvedimento che Di Ilio ha assicurato avvierà (ha 20 giorni per farlo) e i cui esiti torneranno nuovamente in Cda. Infine ci si chiede quale sia l’esito del voto del giorno prima in Senato accademico. Se Di Ilio aveva chiesto ai senatori di prendere atto che Capasso fosse fuori dal Cda, cosa succede ora che, a quorum sicuramente non raggiunto, i senatori hanno deciso di non prendere atto di questa circostanza?