Chieti

Cocaina nei locali della movida, tre arresti

Blitz della polizia allo Scalo, fermato un affare da 50mila euro. Scoperta una lista di clienti con i debiti da saldare 

CHIETI. Cocaina nascosta nei locali della movida, un cliente seduto al tavolo di un pub con 5mila euro in tasca, un quaderno con nomi e cifre appuntati. La squadra mobile ha reciso un canale dello spaccio a Chieti Scalo mandando a monte un affare da 50mila euro. In carcere sono finiti due fratelli, Simone Di Muzio, titolare del pub Wanted in piazzale Marconi e del ristorante Bulldozer in via Pescara, Andrea Di Muzio e Michele Montuori (25), amico dei due e cameriere al Wanted. Non è il primo arresto per Andrea Di Muzio: era stato già arrestato dai carabinieri nel 2015 dopo la scoperta in un garage di cocaina e 37 proiettili. Domani gli interrogatori: gli arrestati sono difesi dagli avvocati Vittorio Supino e Marco Femminella.

Andrea (a sinistra) e Simone Di Muzio

AFFARE PER CINQUE. Nell’inchiesta sullo spaccio di cocaina e hashish nei locali dello Scalo ci sono altri due indagati: uno, 39 anni, è il cliente con il pacco di soldi nei pantaloni; l’altro è un giovane che vive in un appartamento usato anche come magazzino del Wanted all’interno del quale sono stati trovati circa 185 grammi di cocaina e 100 di hashish. La droga era custodita in un portagioie chiuso a chiave e nascosto in un armadio della camera da letto. Durante l’operazione della Mobile, coordinata dalla dirigente Miriam D’Anastasio, sono stati sequestrati anche altri 37 grammi di cocaina: Montuori aveva nascosto l’involucro con 27 grammi di droga nelle mutande; altri 10 grammi sono stati trovati sotto un frigorifero del Bulldozer. Sotto sequestro, insieme ai 5mila euro che il cliente del pub non avrebbe saputo giustificare, anche altri tremila euro nelle disponibilità dei fratelli Di Muzio: per gli investigatori, quei soldi sarebbero i guadagni dello spaccio. Cifre importanti per gli investigatori: la droga sequestrata è pura e, per la maggior parte, non era stata ancora tagliata.

POLIZIA SPERONATA. L’indagine è durata soltanto una settimana: tanto ci hanno messo i poliziotti, coordinati dal pm Giancarlo Ciani, a chiudere il cerchio intorno ai tre. L’operazione è nata da una soffiata e sono cominciati i pedinamenti nei confronti di Montuori: sabato, i poliziotti hanno deciso di fermarlo ma lui, alla guida della sua Ford Fiesta nella zona di Madonna delle Piane, ha tentato di fuggire con un’inversione di marcia ma si è trovato di fronte un’altra pattuglia. Secondo la ricostruzione della Mobile, Montuori avrebbe provato a scappare speronando la Golf della questura ma non ci è riuscito: è stato fermato e, in pochi minuti, i poliziotti hanno trovato la cocaina.
BLITZ NEI LOCALI. Conoscendo i movimenti di Montuori, i poliziotti si sono presentati nei due locali portandosi dietro i cani antidroga della polizia di Pescara e di Ancona: secondo gli investigatori, in base al materiale scoperto, un locale di servizio del Bulldozer sarebbe stato usato come un laboratorio per il confezionamento della droga da spacciare. Nell’appartamento al di sopra del Wanted, usato parzialmente come deposito di materiali, oltre alla droga, è stato trovato anche un bilancino di precisione. La polizia ha sequestrato anche due ricetrasmittenti: per la Mobile, le radio sarebbero servite per aggirare eventuali intercettazioni telefoniche sui telefoni cellulari. Dopo gli arresti, l’indagine è alle battute iniziali: il ritrovamento di un libro mastro con nomi e cifre, alcune cancellate con tratti di penna come si fa generalmente nei casi di pagamenti avvenuti.
PUB APERTI. I due locali restano aperti ma il questore Raffaele Palumbo potrebbe decidere una possibile chiusura per motivi di ordine pubblico.