Comune Chieti, debiti e alleanze La giunta Di Primio sempre più sfilacciata
La maggioranza di centrodestra in fibrillazione. Il braccio di ferro col vicesindaco Di Paolo accresce le divisioni tra partiti moderati e Pdl
CHIETI. Il sindaco Umberto Di Primio, che accusa i revisori dei conti di «eccessivo fiscalismo» per la mancata firma sul Patto di stabilità 2011, e il suo vice, Bruno Di Paolo, che dà la patente di incapace a una nutrita schiera di dirigenti comunali. Comunque la si guardi, per gli attuali inquilini di Palazzo d'Achille è sempre colpa degli altri. Scaricare accuratamente responsabilità, sembra essere infatti l'unica risposta politica disponibile a un'amministrazione sempre più sfilacciata, con un partito di maggioranza, il Pdl, che stenta a fare i conti con la crescente mobilitazione delle forze civiche e dei partiti moderati, fino a oggi alleati del centrodestra, ma pur sempre pronti a cambiare casacca e coalizione.
Dopo i capitoli dedicati alla precedente giunta di centrosinistra, che per Di Primio si sarebbe macchiata degli errori amministrativi più gravi, oltre a essere causa dei debiti che stanno dissestando le casse del Comune, la tensione cresce giorno dopo giorno anche e soprattutto nei rapporti interni alla giunta, alimentando forti contrasti nella dialettica più ampia della variegata maggioranza che amministra la città. Il braccio di ferro tra il sindaco e il suo vice è insomma soltanto l'ultimo episodio di una convivenza politica sempre più difficile nel centrodestra, a dimostrazione che pure a Chieti, due anni dopo l'elezione di Di Primio, è ricominciato il walzer delle nuove alleanze che porterà a una più articolata ricomposizione delle forze politiche e di governo del Comune.
Di Primio ha già duramente rimproverato l'atteggiamento dimostrato da Di Paolo, che è arrivato persino a chiedere la testa di almeno cinque responsabili di settore. E al sindaco del Pdl deve essere sembrato troppo che il suo vice, peraltro delegato agli affari del Personale, si scagliasse con toni così radicali contro l'apparato municipale. Di Paolo, per il momento, tace. Ma è dei giorni scorsi una riunione del consiglio direttivo del suo movimento civico, Giustizia sociale, che ha esaminato nel dettaglio un sondaggio realizzato dalla Earphones, già publicato sul sito del ministero dell'Interno, nel quale si indica proprio in Giustizia sociale il terzo movimento politico con i maggiori consensi in città (14,5%) e in Di Paolo il leader politico con la più alta percentuale di gradimento (31%).
Oltre a Di Paolo, era presente alla riunione il presidente regionale di Giustizia sociale, Antonio Tullio, un movimento che nelle prossime amministrative di maggio, in Abruzzo, sta sperimentando accordi alternativi a quelli con il centrodestra. A sinistra, i segnali di dissolvimento della maggioranza sembrano per il momento scivolare via senza grandi sussulti. Sarà che un'alternativa subito disponibile non c'è (e non sembra neppure all'ordine del giorno), l'attenzione del principale partito di opposizione, il Pd, è focalizzata soprattutto sulla delicata situazione dei conti del Comune. Al di là degli scaricabarile, la realtà finanziaria di Palazzo d'Achille dice che, senza Patto di stabilità, i contribuenti teatini saranno chiamati ad accollarsi le sanzioni dal ministero. (f.c.)
Dopo i capitoli dedicati alla precedente giunta di centrosinistra, che per Di Primio si sarebbe macchiata degli errori amministrativi più gravi, oltre a essere causa dei debiti che stanno dissestando le casse del Comune, la tensione cresce giorno dopo giorno anche e soprattutto nei rapporti interni alla giunta, alimentando forti contrasti nella dialettica più ampia della variegata maggioranza che amministra la città. Il braccio di ferro tra il sindaco e il suo vice è insomma soltanto l'ultimo episodio di una convivenza politica sempre più difficile nel centrodestra, a dimostrazione che pure a Chieti, due anni dopo l'elezione di Di Primio, è ricominciato il walzer delle nuove alleanze che porterà a una più articolata ricomposizione delle forze politiche e di governo del Comune.
Di Primio ha già duramente rimproverato l'atteggiamento dimostrato da Di Paolo, che è arrivato persino a chiedere la testa di almeno cinque responsabili di settore. E al sindaco del Pdl deve essere sembrato troppo che il suo vice, peraltro delegato agli affari del Personale, si scagliasse con toni così radicali contro l'apparato municipale. Di Paolo, per il momento, tace. Ma è dei giorni scorsi una riunione del consiglio direttivo del suo movimento civico, Giustizia sociale, che ha esaminato nel dettaglio un sondaggio realizzato dalla Earphones, già publicato sul sito del ministero dell'Interno, nel quale si indica proprio in Giustizia sociale il terzo movimento politico con i maggiori consensi in città (14,5%) e in Di Paolo il leader politico con la più alta percentuale di gradimento (31%).
Oltre a Di Paolo, era presente alla riunione il presidente regionale di Giustizia sociale, Antonio Tullio, un movimento che nelle prossime amministrative di maggio, in Abruzzo, sta sperimentando accordi alternativi a quelli con il centrodestra. A sinistra, i segnali di dissolvimento della maggioranza sembrano per il momento scivolare via senza grandi sussulti. Sarà che un'alternativa subito disponibile non c'è (e non sembra neppure all'ordine del giorno), l'attenzione del principale partito di opposizione, il Pd, è focalizzata soprattutto sulla delicata situazione dei conti del Comune. Al di là degli scaricabarile, la realtà finanziaria di Palazzo d'Achille dice che, senza Patto di stabilità, i contribuenti teatini saranno chiamati ad accollarsi le sanzioni dal ministero. (f.c.)
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