Consulenze legali sui rifiuti Sette indagati nell’ex Cda
La Procura chiude la nuova inchiesta sugli incarichi del Consorzio di Cerratina L’accusa: «Concorso in abuso d’ufficio». Ora 20 giorni per le memorie difensive
LANCIANO. Concorso in abuso d’ufficio per aver conferito incarichi legali in modo illegittimo. È con questa accusa che la Procura ha chiuso l’inchiesta che coinvolge l’avvocato Marco Di Domenico e l’ex consiglio di amministrazione dell’ex Consorzio rifiuti, oggi EcoLan, formato dall’ex presidente Gianpanfilo Tartaglia, dagli ex consiglieri Guerino Caporale, Sabatino Di Carlo, Riccardo Di Deo Iurisci, Orazio Martelli e dall’ex direttore generale Sandro Fantini. Inchiesta condotta nei mesi scorsi dal procuratore capo Francesco Menditto e dal sostituto procuratore Anna Benigni che, dopo aver chiuso le indagini, si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati perché hanno ritenuto “di non dover formulare richiesta di archiviazione”. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, depositare atti relativi alle indagini e anche di presentarsi per rilasciare dichiarazioni. Un’indagine-bis, quella della Procura, sugli ex Cda Ecolan. Nelle scorse settimane si era chiuso con l’assoluzione il processo nato dall’inchiesta, sempre per abuso di ufficio, verso un altro ex Cda, formato da Riccardo La Morgia, Nicola Di Toro, Luigi Toppeta, Camillo Di Giuseppe e Nicola Carulli e dall’ex legale della società, Giacomo Nicolucci.
Ora l’abuso contestato ai 7 indagati riguarda “solo” gli incarichi legali affidati dal Cda. “Tartaglia come presidente; Caporale, Di Carlo, Di Deo Iurisci, Martelli come consiglieri; Sandro Fantini come direttore, incaricati di pubblico servizio”, sostiene la Procura, “in violazione delle leggi relative al conferimento degli incarichi e alla successiva liquidazione dei compensi esterni, affidavano tra il 2009 e il 2012 all’avvocato Di Domenico la maggior parte degli incarichi di rappresentanza e consulenza legale così intenzionalmente procurando un ingiusto profitto al predetto, corrispondente alle somme erogate e liquidate per incarichi illegittimamente affidati, ovvero 71.490 euro al lordo delle imposte”. La Procura rileva che gli incarichi furono “affidati da Tartaglia, ad esempio, violando l’obbligo di forma scritta dei contratti, perché li affidava verbalmente all’avvocato Di Domenico”. L’avvocato Di Domenico, infine, è indagato perché “come avvocato, consapevole delle violazioni di legge commesse dal Consorzio, conseguiva il vantaggio patrimoniale corrispondente alle somme liquidate dall’ente per i rapporti di prestazione d’opera professionale illegittimamente costituiti”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA