E l’uomo del Sinello è ancora senza nome

Due mesi e mezzo fa la scoperta dei resti nel fiume: si attende la ricostruzione del volto al computer

VASTO. Il riconoscimento di Maria Cesanelli è stato fatto in sei ore. Resta invece senza nome, a distanza di due mesi e mezzo dal ritrovamento, il corpo scoperto il 14 settembre nel fiume Sinello. Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione.

A trovarlo fu una pattuglia delle guardie venatorie dell’associazione Arcipesca Fisa di Lentella. La scoperta avvenne per caso nel corso di una perlustrazione. Nessuno da quel giorno ha reclamato il corpo. L’amministrazione comunale di Vasto il 30 ottobre ha disposto il seppellimento in città. Nel frattempo il medico legale Pietro Falco insieme all’antropologo forense Luigi Capasso, direttore della facoltà di Scienze biologiche dell’Università D’Annunzio, ha quasi ultimato la ricostruzione del volto dello sconosciuto. I lineamenti sono stati ricostruiti con una tecnica tridimensionale. Non appena i periti riterranno plausibili le sembianze diffonderanno l’immagine del volto dell’uomo. Forse qualcuno potrebbe riconoscerlo. Non è detto accada. Gli esperti non se la sentono di alimentare false aspettative. Certo è che nessuno in Abruzzo ha reclamato quei resti martoriati.

I carabinieri hanno fatto ricerche in tutto il Medio e Alto Vastese risalendo il Sinello e poi hanno esteso le ricerche nel vicino Molise. Tutto inutile. Non ci sono segnalazioni di persone scomparse. Lo sconosciuto è probabile che arrivi da molto lontano. Anche la dentatura, stando al materiale usato,sembra essere stata realizzata da un dentista dei Paesi dell’Est.

Ma se così fosse come e perché si trovava nel Vastese? Con chi è arrivato? È morto nel Sinello o il corpo è stato gettato nel fiume dopo? Sono ancora tante le domande rimaste senza risposta.

Le uniche certezze sono il sesso maschile e l’età compresa fra i 65 e i 70 anni. L'ultima carta da giocare resta la ricostruzione del volto.

Il dottor Falco non si sbilancia sui tempi. Il lavoro è estremamente delicato. «Non appena avremo concluso il lavoro quel volto sarà diffuso ad ampio raggio», assicura. «È necessario farlo per facilitare l’identificazione. Qualcuno, magari lontano dal Vastese, potrebbe riconoscere l’anziano».

Non resta che attendere la fine della ricostruzione. E forse manca davvero poco. (p.c.)

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