l’altro caso
E su Itaca il procuratore capo contesta l’abuso fino al 2010
VASTO. La lunga querelle giudiziaria sul presunto abuso edilizio del complesso residenziale Itaca è destinata ad allungarsi. Giovedì mattina, nel corso dell’udienza che si è svolta in tribunale, il...
VASTO. La lunga querelle giudiziaria sul presunto abuso edilizio del complesso residenziale Itaca è destinata ad allungarsi. Giovedì mattina, nel corso dell’udienza che si è svolta in tribunale, il procuratore capo di Vasto, Francesco Prete, ha chiesto al presidente del tribunale, Antonio Sabusco, la modifica parziale del capo d’imputazione. In sostanza la pubblica accusa, allegando la relativa documentazione che giustifica la richiesta, ha chiesto la prosecuzione del presunto reato di abuso edilizio, contestato in un primo momento fino al 2008, fino al 2010. Questo passaggio allontanerebbe i tempi della eventuale prescrizione del reato. Il presidente Sabusco, si è riservato di decidere entro un mese.
L’impresa D’Alessio, che sperava nella conclusione della lunga odiessea giudiziaria, dovrà attendere ancora. Al momento su quattro corpi immobiliari solo uno è libero. La vicenda va avanti fra sequestri e dissequestri da cinque anni.
Il primo sequestro nell’elegante cantiere di via Costa Contina, a metà strada fra il centro cittadino e la riviera, è datato 2008. Al termine di una indagine dei carabinieri venne disposto il sequestro del complesso residenziale che fa capo all’imprenditore Luciano D’Alessio. Grazie al ricorso presentato dal legale dell’impresa, l’avvocato Giovanni Di Santo, la società del costruttore riuscì ad ottenere il primo dissequestro dell’immobile.
Dopo qualche mese arrivo un secondo sequestro per via di un parere paesaggistico non a norma. Nel 2010 il Tar dissequestrò una delle quattro palazzine. Al momento restano i sigilli su altri tre fabbricati.
L’impresa, che ha sempre assicurato la conformità e legittimità del complesso edilizio, sperava che l’udienza del 24 gennaio mettesse la parola fine alla travagliata vicenda. In realtà sarà necessario aspettare il 28 febbraio. È questa la data indicata dal presidente Sabusco per pronunciarsi sulle nuove richieste della Procura. (p.c.)
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