«Ecco perché la pagella costa 50 cent»
BUCCHIANICO. Grazia Angeloni non ci sta. Ribatte subito ai genitori che gridano allo scandalo. La dirigente dell’Istituto comprensivo di Bucchianico spiega, nel merito, perché nella sua scuola le...
BUCCHIANICO. Grazia Angeloni non ci sta. Ribatte subito ai genitori che gridano allo scandalo. La dirigente dell’Istituto comprensivo di Bucchianico spiega, nel merito, perché nella sua scuola le fotocopie delle pagelle non sono gratis ma costano 50 centesimi da pagare, rigorosamente, con un bonifico bancario. Quest’ultimo però è il punto centrale della discordia. «Ma c’è un decreto interministeriale, il 44 del 2001», ribatte la Angeloni, «che ci impone la tracciabilità dei soldi. Non possiamo riceverli direttamente. Se lo facessimo sarebbe una gestione separata che, nel nostro caso, non è prevista».
Passiamo al secondo punto contestato: «Dobbiamo consegnare alle famiglie la fotocopia della pagella e non l’originale», spiega la dirigente, «perché vige un principio del diritto amministrativo secondo cui la pubblica amministrazione che forma l’atto lo deve anche detenere in modo permanente». Arriviamo quindi alla terza “contestazione” dei papà e della mamme di tanti bambini che, due giorni fa, si sono rivolti al Centro: perché far pagare la fotocopia? «Semplice, perché abbiamo 500 alunni e ogni pagella è composta da quattro facciate. La spesa che la scuola dovrebbe sostenere quindi sarebbe di circa 3.500 euro che comprende anche il toner e la manutenzione. Ma non possiamo permettercela come ho spiegato nella circolare sul costo delle fotocopia. Ci tengo però a dire che, in altri casi, come quello dell’attivazione su Aruba del nostro sito, ho pagato di tasca mia, sotto la forma di donazione, i 50 euro di spesa. Ma mi creda 3.500 euro sono troppi anche per la scuola». Due precisazioni prima di concludere l’intervista: «Non ho imposto ai genitori il pagamento ma ho detto che chi vuole accedere alla fotocopia della pagella deve corrispondere alla scuola la spesa minima di 50 centesimi», dice la dirigente che chiude con una considerazione: «Io sono per il rispetto della legalità».(l.c.)