CHIETI
Ex Carichieti, altri 6 mesi d’inchiesta su Immordino
E’ finito sott’accusa per presunta bancarotta insieme all’avvocato Bochicchio. Tutto parte dalla sentenza del giudice Valletta. Il pm Falasca chiede la proroga
CHIETI. Ex Carichieti, non c’è richiesta d’archiviazione. E neppure di rinvio a giudizio. La procura andrà avanti per altri sei mesi nei confronti di due ex commissari, inviati da Bankitalia, sui quali pende l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta. Gli indagati sono Salvatore Immordino e Francesco Bochicchio. Massimo riserbo da parte del pm, Giuseppe Falasca, ma tutto è partito dalla sentenza del giudice fallimentare, Nicola Valletta. Che a pagina 61 scrisse la frase chiave: «Risulta che in atti non vi sono elementi che consentano di affermare l'esistenza di uno stato di insolvenza al momento dell'avvio della risoluzione (settembre 2014, quando Bankitalia invia i commissari, ndr). Non vi è dubbio invece che l'insolvenza vi fosse al momento dell'emanazione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa (dicembre 2015, ndr). A tale epoca, infatti, la Carichieti, proprio in conseguenza delle misure adottate nell'ambito del procedimento di risoluzione», continua Valletta, «non presentava più alcun elemento nell'attivo patrimoniale, a fronte di passività per 45 milioni di euro». L’insolvenza, secondo il giudice, si baserebbe quindi «su perdite scaturite da rettifiche di valore netto dei crediti di cui però non è stata data alcuna giustificazione». Vuol dire che prima il tribunale e poi la procura hanno messo in dubbio l’operato degli ultimi amministratori della banca tra cui i commissari. Valletta, per di più, si era lamentato per non essere stato messo in grado di verificare se la valutazione dei crediti di difficile o impossibile esigibilità «sia stata fatta correttamente o si sia invece rivelata troppo severa, con una svalutazione eccessiva che ha intaccato il patrimonio causando il dissesto». Con decreto del 9 dicembre 2015, il ministro dell’Economia e delle Finanze aveva sottoposto l’ex Cassa di Risparmio a liquidazione coatta amministrativa. L’11 dicembre 2015, Bankitalia aveva quindi nominato l’avvocato Massimo Bigerna commissario liquidatore, e il professor Paolo Benazzo con gli avvocati Bochicchio e Barbara Tavecchio, componenti del Comitato di sorveglianza. E con provvedimento del successivo 14 dicembre, la Banca Centrale Europea aveva disposto la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria nei confronti della vecchia Cassa di Risparmio. Da quel momento nascono la Nuova Carichieti, banca-ponte poi venduta a Ubi Banca; l’ex Carichieti, dichiarata insolvente nel luglio 2016 dal giudice Valletta, e infine la Rev Spa Gestione Crediti, amministrata da Immordino, dove sono confluiti i crediti deteriorati delle ex Carichieti, Banca Etruria, Banca Marche e Cassa di Risparmio di Ferrara.