Fa spacciare il figlio di 11 anni: il papà e altri tre rischiano l’arresto

28 Gennaio 2025

Il giro di cocaina e hashish tra Chieti, Penne e Montesilvano. Minacce a chi non pagava la droga

CHIETI. Spacciatore a 11 anni per conto del papà. No, questa non è una storia che arriva dalla periferia degradata di una grande città. E non stiamo parlando neppure dei «muschilli», i bambini che la camorra utilizza come corrieri della droga a Napoli e dintorni. Questo è ciò che è accaduto a Chieti Scalo, in una zona centrale, a pochi passi dai negozi: a scoprirlo è stata la squadra mobile teatina. È solo la punta dell’iceberg di un’indagine della polizia di Stato che ha svelato l’esistenza di un vasto giro di cocaina e hashish tra il capoluogo teatino, Penne e Montesilvano.

Il sostituto procuratore Giuseppe Falasca ha chiesto il carcere per il padre del baby pusher, un 34enne teatino già più volte finito nei guai per vicende giudiziarie (non indichiamo il suo nome con l’unica finalità di tutelare l’identità del minorenne), e i domiciliari per altri tre uomini che, sempre secondo le accuse, hanno rivestito un ruolo di primo piano nello smercio dello stupefacente: un 36enne di Chieti, un 22enne di Penne e un 44enne di Montesilvano.

Le richieste d’arresto sono arrivate sul tavolo del giudice Andrea Di Berardino che, come prevede la nuova legge voluta dal ministro Carlo Nordio, ha fissato gli «interrogatori preventivi» prima di valutare l’emissione di eventuali misure cautelari. I quattro indagati, assistiti dagli avvocati Stefano Azzariti, Manuel Sciolè e Francesco Bitritto, sono comparsi ieri mattina in tribunale: si sono avvalsi tutti della facoltà di non rispondere. Nei prossimi giorni è attesa la decisione del giudice.

ARTICOLO COMPLETO SUL CENTRO IN EDICOLA