Fiera, nuovo statuto «Il consorzio non cambi nome»
Provincia, Confcommercio, Comune: Lanciano è un marchio Contestata la modifica delle quote di adesione al capitale
LANCIANO. «Nessuno tocchi il nome della Fiera e della città dove è nata». È un coro unanime in difesa del nome della Fiera di Lanciano quello sollevato dalla proposta di modifica dello statuto dell’ente che all’articolo 1 prevede di cambiare il nome di “Lancianofiera” in “Abruzzo Fiere”.
«Non è una questione di campanilismo», spiega il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, «ma di opportunità: ha senso cambiare la denominazione in piena fase di rilancio di una struttura il cui nome è ormai un brand? A mio avviso no, ma è chiaro che gli sforzi debbono necessariamente e prioritariamente concentrarsi in un’ampia e ragionata azione di rilancio delle strutture, seguendo una strategia chiara fondata su risorse certe e su progetti concreti e innovativi. Altrimenti parliamo di chiacchiere che non giovano a nessuno, tantomeno all’ente stesso». Per Di Giuseppantonio l’area fieristica di Lanciano avrebbe «tutte le carte in regola per essere confermata tra i principali poli fieristici del Centro sud».
Bisogna dunque partire da una «revisione strategica dell’asset del consorzio», a cominciare dalla riduzione dei numero dei consiglieri che, per la Provincia, dovrebbe passare da 11 a 3.
Più critico Angelo Allegrino, presidente di Confcommercio Chieti: «Come da tempo avevamo previsto si sono rifatti vivi i personaggi che vogliono svilire il ruolo di Lanciano sul territorio. Lo dicevamo quando sorgevano fiere-fotocopia in altri territori», critica Allegrino, «e oggi si materializzano i nostri timori: c’è qualcuno che vuole estromettere Lanciano dal contesto economico, commerciale e turistico della regione con la scusa del cambiamento di denominazione». Non piace a Confcommercio neanche la modifica sulla quota di ammissione per ogni nuovo consorziato, passata da 10 milioni di lire a 200 mila euro. «È un modo per tenere alla porta le associazioni del commercio, del turismo, dei coltivatori, dell’artigianato che non possono avere certe disponibilità economica», critica il presidente Allegrino.
Anche il vicesindaco di Lanciano, Pino Valente, interviene sulla questione: «L’ex sindaco Filippo Paolini può dormire sonni tranquilli perché questa amministrazione comunale sta facendo battaglie per difendere la Fiera e la città: il nome della Fiera non verrà toccato, dovranno passare sul mio cadavere per togliere il nome di Lanciano dall’ente. È stato anche grazie all’impegno di questa amministrazione», prosegue Valente, «che la fiera non è fallita. E grazie alla strada aperta dal comune di Lanciano con la richiesta di un parere della Corte dei conti, anche Regione e Provincia potranno fare la propria parte».
Daria De Laurentiis
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