relazione della cna
Imprese artigiane in crisi 85 in meno rispetto al 2011
CHIETI. Ottantacinque imprese artigiane perse sul territorio provinciale rispetto allo scorso anno con il dato che peggiora se allargato all’intero comparto industriale. Chieti e la sua provincia...
CHIETI. Ottantacinque imprese artigiane perse sul territorio provinciale rispetto allo scorso anno con il dato che peggiora se allargato all’intero comparto industriale. Chieti e la sua provincia sono la maglia nera dell’Abruzzo in quanto a crescita delle imprese artigiane e non. E’ quanto dice uno studio effettuato dalla Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna). «Per voltare pagina e rilanciare l’economia locale urge», afferma Letizia Scastiglia, direttore Cna Chieti «allentare la stretta creditizia delle banche locali. Ormai per un’impresa è diventato quasi impossibile ottenere un finanziamento malgrado la crisi».
In provincia le imprese continuano ad annaspare. Emblematici, in tal senso, i dati forniti da Cna. In Abruzzo, ad esempio, la crescita delle aziende nell’ultimo anno è ferma con una percentuale dello 0,0%, inferiore allo 0,33% nazionale. Le cose vanno addirittura peggio a Chieti e provincia scorgendo l’analisi effettuata sull’economia locale da Cna nel periodo che va da gennaio a settembre 2012. Ebbene, le imprese continuano a chiudere e chi resiste lo fa con una fatica estrema. «Complessivamente, rispetto al 2011, sono state censite 119 imprese in meno in provincia di Chieti. Sono 85, invece, le aziende artigiane», dice Scastiglia, «che hanno chiuso i battenti».
Il settore aziendale che ha fatto registrare la contrazione più grande è quello manifatturiero che, in un anno, ha perso 39 imprese. Numeri eloquenti che fotografano, in particolare, la fragilità della micro impresa. «Penalizzata oltremodo», sottolinea Scastigli«, «dal periodo nero attraversato dai colossi industriali che sono presenti sul nostro territorio. E’ ovvio che se non ci sono commesse l’indotto ne risente a partire dalle imprese artigiane stritolate dalla mancanza di lavoro e dall’impossibilità di avere finanziamenti dalle banche».
Gli istituti di credito nell’ultimo anno, infatti, hanno inasprito le modalità per erogare prestiti alle imprese. I consorzi fidi delle associazioni di categoria fanno quello che possono ma non basta. «Le banche rivestono un ruolo sociale specie in un periodo segnato da una stretta creditizia senza precedenti.
Nel frattempo bisogna fare di necessità virtù. La Cna, in Val di Sangro, ha lanciato un progetto sperimentale che presto potrebbe essere esteso su tutta la provincia. «Alcuni artigiani si sono messi in rete tra loro per fare squadra», dice Scastiglia.
Intanto si guarda con interesse anche alla Regione.
«L’augurio è che in tempi rapidi vengano sbloccati», conclude il direttore di Cna, «i fondi Fas che darebbero respiro alla categoria». (j.o.)
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