In due anni hanno chiuso 200 imprese di costruzioni

L’appello alle istituzioni della Filca Cisl: duemila persone hanno perso il lavoro e aumenta gli operai in nero, subito un patto per l’edilizia e l’occupazione

CHIETI. Duemila posti di lavoro persi in due anni nel territorio provinciale dove duecento imprese del settore sono state costrette a chiudere i battenti. La Filca Cisl di Chieti lancia l’allarme rosso per il comparto dell’edilizia e chiede alle istituzioni locali di fare squadra per pianificare il rilancio di una categoria giunta allo stremo delle forze.

«Lanciamo un appello accorato ai Comuni, alla Provincia e alla Regione», afferma Gianfranco Reale, segretario generale Filca Cisl, «affinché si prenda coscienza di quanto sta accadendo nell’edilizia provinciale. Le imprese e le famiglie dei lavoratori sono sul lastrico ed è arrivato il momento che la politica affronti con determinazione le problematiche del settore».

L’esatto contrario di quanto accaduto finora. Non a caso i numeri forniti dalla segreteria provinciale della Cisl sono impietosi. Negli ultimi due anni duecento imprese edili hanno alzato bandiera bianca a causa della crisi con la conseguente perdita di oltre duemila posti di lavoro. Un numero considerevole implementato dall’indotto del comparto edile.

«Rispetto al 2007, anno vissuto a pieno regime dall’edilizia nel nostro territorio, sono stati persi addirittura tremila posti di lavoro in provincia. E’ chiaro», lamenta Reale, «che è impossibile andare avanti in questo modo».

Anche perché le difficoltà delle imprese stanno favorendo il proliferare del lavoro nero. Un’altra piaga dell’edilizia che la Filca Cisl decide di denunciare con forza.

«Siamo al cospetto di un’ulteriore battaglia da vincere a tutti i costi per non compromettere il futuro delle aziende e, soprattutto, dei lavoratori onesti. Purtroppo», aggiunge Reale, «stanno aumentando a dismisura i finti lavoratori autonomi che rischiano di infliggere un colpo mortale all’economia provinciale».

Secondo la Filca Cisl i lavoratori dipendenti dell’edilizia sono sempre meno e non si contano più le aziende locali alle prese con procedure fallimentari o con il sistematico ricorso agli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione ordinaria, in deroga e straordinaria, per il personale a libro paga. A peggiorare una situazione già di per sé delicata ci pensano la scarsa liquidità di cassa degli enti pubblici e la burocrazia.

«Gli appalti pubblici sono diventati ormai una chimera mentre le aziende che hanno stipulato contratti con gli enti vengono pagate a singhiozzo e con ritardi abissali. La burocrazia, poi, va snellita subito», riprende Reale, «in quanto le concessioni edilizie sono rilasciate con una lentezza assurda».

Da qui l’esigenza di pianificare iniziative a sostegno dell’edilizia. La Filca Cisl chiede, in tal senso, di stipulare un “Patto per l’edilizia e l’occupazione” aperto alle istituzioni, ai sindacati e alle imprese del settore.

«Serve un’intesa condivisa e un monitoraggio costante»,- spiega Reale, «delle opere pubbliche e private per verificare periodicamente lo stato di realizzazione e il rispetto della tempistica programmata. Inoltre bisogna velocizzare al massimo l’apertura dei cantieri autorizzati e finanziati che spesso restano fermi per mesi»

Jari Orsini

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