CHIETI

Insulta e minaccia Alba Parietti su facebook: Teatino indagato e perquisito

La 63enne showgirl ed attrice Alba Parietti

13 Dicembre 2024

La squadra mobile a casa di un 55enne autore dei post su Facebook: sequestrato il telefonino

CHIETI. È accusato di aver insultato e intimidito l’attrice e showgirl Alba Parietti. Un teatino di 55 anni, indagato per i reati di diffamazione e minaccia, è stato perquisito dai poliziotti della squadra mobile di Chieti, su ordine della procura della Repubblica, dopo una denuncia presentata dalla conduttrice televisiva torinese, 63 anni, che vive a Basiglio, nell’hinterland a sud di Milano.
In base alle contestazioni, l’uomo – fra settembre e ottobre di quest’anno – ha scritto sul profilo Facebook della Parietti una serie di messaggi ritenuti pesantemente lesivi della sua immagine. Messaggi sgradevoli con offese a sfondo sessista, alcuni dei quali postati pubblicamente e, di conseguenza, visualizzabili da una platea indeterminata di persone. Basti pensare che, solo se si considera la pagina Facebook, lei è seguita da quasi 18.000 persone, mentre su Instagram i follower hanno toccato addirittura quota 530.000.

Ma non è finita qui: il 55enne avrebbe anche minacciato l’attrice facendo riferimento ad un film della Parietti del 1998, Il Macellaio, diretto da Aurelio Grimaldi e ispirato al romanzo Le Boucher di Alina Reyes.
Turbata da questi post intimidatori, la famosa showgirl ha deciso di rivolgersi alle autorità; e così, nei giorni scorsi, su decreto del sostituto procuratore Giancarlo Ciani, gli investigatori della Mobile hanno raggiunto l’appartamento in cui vive l’indagato, sequestrandogli anche lo smartphone. Ora è probabile che il pubblico ministero decida di nominare un consulente tecnico per analizzare il contenuto del cellulare.
L’uomo, assistito dall’avvocato Corradino Marinelli, è stato ascoltato ieri pomeriggio negli uffici della questura di piazza Umberto I. In base alla tesi difensiva, non era intenzione del cinquantacinquenne minacciare la showgirl. L’indagato non ha però disconosciuto la paternità di quei messaggi, scritti – a suo dire – perché in profondo disaccordo con le idee politiche della Parietti. E ora la vicenda è destinata ad arrivare in tribunale.