Marsibilio: Ente mostra, via la politica

10 Agosto 2012

Presidente e cda pronti a lasciare il proprio mandato se non verrà modificata la bozza che istituisce la Fondazione

GUARDIAGRELE. «Siamo pronti a lasciare il nostro incarico anziché assistere passivi all'ingresso della politica e dei partiti nella gestione dell'Ente Mostra». Gianfranco Marsibilio si oppone così alla bozza istitutiva della Fondazione della Mostra dell'artigianato artistico abruzzese, l'organismo che subentrerà all'Ente fondato da Rocco Di Giuseppe nel 1970. La presa di posizione del presidente dell'Emaaa cade come una tegola in pieno svolgimento della 42a Mostra. Anticipata già il 31 luglio nel discorso inaugurale della grande esposizione di Palazzo dell'Artigianato, la polemica aperta da Marsibilio e dal suo consiglio di amministrazione rimette in discussione il futuro assetto dell'ente regionale che da oltre quarant'anni tutela e promuove l'artigianato-arte d'Abruzzo. «La legge regionale 56 del 2001 con cui la Regione acquistò la sede da Mostra», attacca Marsibilio, «prevedeva la trasformazione in società mista con capitale a prevalenza pubblica costituita da Regione, Provincia e Comune». Progetto però accantonato dopo la proposta dell'assessore regionale alle Attività produttive Alfredo Castiglione, che ha optato per la formula della fondazione. «Ma per fare questo», obietta Marsibilio, «la Regione dovrebbe cambiare la legge 56». Un centinaio di soci e Cda a otto componenti che nel 2011 ha rinnovato all'unanimità il mandato a Marsibilio, l'assetto attuale dell'Ente cambierebbe profondamente, stando almeno alla bozza di fondazione presentata dal Comune. Che assumerebbe la guida della Mostra con un Cda a tre e un direttore di nomina esclusiva. «Ma così l'Ente Mostra passerebbe all'asservimento alla politica e ai partiti, e della politica subirà le oscillazioni e le incertezze con continui passaggi di mano che potrebbero distruggere il lavoro disinteressato e professionale portato avanti da volontari in oltre quattro decenni». Il presidente tiene a far sapere che «il nostro non è però un arroccamento su posizioni che vogliono sbarrare la strada al rinnovamento.

Anzi», riprende, «c'è la necessità di uscire dal regime attuale di associazione senza personalità giuridica per transitare in una ufficialità che garantirebbe da una parte la stabilità dei finanziamenti e dall'altra l'abilitazione a partecipare a bandi europei per l'accesso a ulteriori risorse, necessarie per portare avanti una missione complessa e di grande spessore culturale. La società mista, o comunque una fondazione gestita in indipendenza e con la professionalità di sempre», incalza Marsibilio, «ci abiliterebbe al rilascio di titoli con valore legale al termine dei corsi di formazione che organizziamo dal 2011 con successo crescente. Valore legale che significa immediata spendibilità dei titoli nel mercato del lavoro».

Francesco Blasi

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