Miglianico, fratelli morti nel fiume: gli indagati sono tre
Dipendenti dellaProvincia sotto accusa, ma il papà di Valentina e Pierpaolo avverte: «C’è il rischio della prescrizione»
MIGLIANICO. Due anni dopo il tragico incidente in cui persero la vita Valentina e Pierpaolo Timperio, sorella e fratello miglianichesi di 23 e 27 anni precipitati con la loro Fiat 500 nel fiume Foro, il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giancarlo Ciani ha aperto un nuovo fascicolo in cui risultano indagate tre persone per la morte dei due giovani usciti di strada lungo la provinciale 33 all'altezza di un piccolo ponte sul corso d'acqua, nei pressi della bretella vicino al golf club di Miglianico, sulla variante Tollo-Miglianico in contrada San Pantaleone. Sono quindi tre gli indagati che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia, tre nomi eccellenti appartenenti all’ente Provincia.
Siamo vicini ad una svolta sul caso? Se lo augura la famiglia dei fratelli Timperio, la quale attende che si faccia definitivamente chiarezza sulla tragedia. Il nuovo fascicolo è stato aperto sulla base dei risultati della perizia elaborata dal consulente tecnico d'ufficio nominato all'epoca dalla Procura di Chieti, l'ingegnere teatino Gianfranco Di Giovanni. Nella consulenza, infatti, lo stesso tecnico sottolinea come «l'elemento di rilievo che emerge è senza dubbio la grave inadeguatezza strutturale sia della balaustra sia dei pezzi di guardrail all'ingresso e all’uscita del ponte».
La perizia dunque conferma che se ci fosse stata una idonea protezione ai bordi della strada, probabilmente oggi non si parlerebbe di un dramma. Ecco dunque che inevitabilmente l'attenzione si sposta sulle eventuali responsabilità della Provincia, che gestisce il tratto in cui Valentina e Pierpaolo sono deceduti dopo un sabato sera di lavoro al bar Italians di Chieti Scalo, locale che gestivano insieme.
Un incidente spaventoso. Alla guida c'era la ventitreenne: la Fiat 500 rossa uscì fuori dalla carreggiata e andò a sbattere contro la balaustra che non resse l'urto. L'auto quindi volò nel vuoto, si schiantò contro un albero e precipitò nel fiume. Era il 26 ottobre 2014 ed a breve ricorrerà il secondo anniversario dalla morte dei due fratelli.
Da quel giorno il papà, Nando Timperio, non si dà pace. Ed adesso si chiede: «Quanto tempo deve passare per avere giustizia?». Una domanda che si pone lui ma anche tutte le persone che hanno partecipato al grande dolore capace di sconvolgere un intero paese. «Di questo passo andremo verso la prescrizione», aggiunge Timperio, «il che sarebbe un’ingiustizia verso tutti i familiari, gli amici e quelle persone, vi garantisco tantissime, che hanno pianto la morte dei due ragazzi».
Le parole del papà dei due sfortunati giovani risuonano come un accorato appello verso l'autorità giudiziaria chiamata ad accertare se e chi sono i responsabili della tragedia. Niente e nessuno saranno in grado di ridargli i suoi amati figli tuttavia, come lui stesso sottolinea, «come padre mi sento in dovere di difendere e fare chiarezza in memoria di Pierpaolo e Valentina».