Migranti, bandi a Lanciano e San Vito per accogliere i rifugiati
L’intento dei due Comuni è di evitare aperture di centri temporanei. Nella città frentana si parte a gennaio: pronta la gara europea per lo Sprar
LANCIANO. Lanciano e San Vito Chietino scelgono lo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. In città è in pubblicazione il bando di gara da oltre 4 milioni di euro per trovare il soggetto che attuerà e co-progetterà con il Comune la realizzazione dello Sprar nel triennio 2018-2020, mentre a San Vito la nuova amministrazione Bozzelli ha indicato le linee guida per attuare lo stesso progetto. L’intento delle due amministrazioni è quello di accogliere rifugiati, già titolari di protezione umanitaria, con alloggi e progetti di integrazione, e bloccare il proliferare dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) contenendo, così, il numero di migranti che saranno 90 a Lanciano e 14 a San Vito. Qui, però, l’adesione al progetto non piace al gruppo d’opposizione Nuova Alleanza per San Vito che lo contesta basandosi sul fatto che «non ci sono garanzie normative né sul fatto che i Comuni che aderiscono al progetto Sprar non possano essere poi oggetto di ulteriori forme di accoglienza disposte dalla prefettura, né tantomeno sulle altre “misure incentivanti” riservate ai medesimi Comuni». Lanciano, invece, si prepara al bando di gara per arrivare all’apertura dello Sprar nel nuovo anno. «Entro il 30 settembre contiamo di fare la gara», spiega l’assessore alle politiche sociali Dora Bendotti, «e a gennaio di essere operativi con struttura e figure professionali (operatori e assistenti sociali, avvocati e operatori legali, psicologi, mediatori interculturali, ndc). La gara per selezionare il soggetto attuatore è europea ed ammonta a 4.151.757,60 euro per il triennio 2018-2020, comprensivo della quota stimata di compartecipazione per il triennio pari almeno al 5% (177.587,88 euro). Lo Sprar, oltre a migliorare accoglienza e integrazione», precisa Bendotti, «ci permette di controllare gli arrivi in prima persona, di accogliere come rifugiati e richiedenti asilo persone che hanno già superato i controlli, e blocca il proliferare dei Cas, centri di prima accoglienza e gestiti dalla prefettura. Una volta attivato lo Sprar, infatti, il Cas di Villa Elce, che ospita oggi 25 migranti, verrà chiuso. È un sistema che ci permette di unire integrazione e controllo a salvaguardia del territorio».