Missioni evangeliche senza l’ok dei vescovi

8 Settembre 2017

La Cei Abruzzo e Molise costretta a richiamare i neocatecumenali non autorizzati «Le iniziative dei movimenti ecclesiali devono essere autorizzate dalle diocesi»

CHIETI. In coppia nelle parrocchie abruzzesi, per evangelizzare come facevano i primi discepoli del Signore. «Qualcuno di loro è passato prima dal vescovo della diocesi di riferimento, ed è stato da lui autorizzato, ma la maggior parte ha semplicemente saltato questo aspetto decisivo di ogni missione ecclesiale, suscitando confusione nei parroci e sospetto nel popolo di Dio». È quanto segnalano i vescovi dell’Abruzzo e del Molise, attraverso le parole di monsignor Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto che aggiunge: «Diversi parroci hanno segnalato a vari vescovi il disagio prodotto in questi giorni dal fatto che alcune persone, presentatesi a due a due, a volte anche come seminaristi o presbiteri, sono andate nelle loro parrocchie asserendo di essere stati mandati ad evangelizzare come facevano i primi discepoli del Signore. A inviarli erano stati responsabili del Cammino Neocatecumenale. Si parla di un centinaio di inviati».
La risposta della curia, d’altronde, è stata immediata: «Come vescovi chiediamo che ogni iniziativa missionaria proposta da aggregazioni e movimenti ecclesiali si svolga sempre e solo dopo previa autorizzazione e su esplicito mandato del vescovo locale, che ne informerà i suoi sacerdoti, onde evitare il rischio di correre o aver corso invano nel servizio del Vangelo, perché ad evangelizzare non sono i singoli in quanto tali, ma la chiesa come comunità unita sotto la guida dei pastori e in piena comunione con loro».
Le zone principalmente interessate dal fenomeno degli “evangelizzatori” sono state quelle alla periferia del comune di Chieti e nell’Aquilano, sembra molto meno in città - viste anche le iniziative del movimento qui già programmate: «Un’iniziativa del Cammino neocatecumenale, che ha inviato in Abruzzo forse più di duecento persone», precisano dalla Curia. «Il problema è che tutto ciò è stato fatto senza coinvolgere quasi nessun vescovo. Non c’è alcun tipo di problema quando si intende promuovere questo tipo di attività, l’importante è quantomeno informare della cosa a chi di dovere, per non destare anomalie o preoccupazioni soprattutto tra i parroci».
Iniziato negli anni ’60 in uno dei sobborghi più poveri di Madrid da Kiko Argúello e da Carmen Hernandez, il Cammino Neocatecumenale venne promosso dall’allora arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo, che constatò in quel primo gruppo la riscoperta della Parola di Dio e un’attuazione pratica del rinnovamento liturgico promosso proprio in quegli anni dal Concilio.
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