Ortona piange la morte di padre Camillo 

Educatore di diverse generazioni di giovani, per 25 anni parroco di Santa Maria delle Grazie. Domani i funerali a Lanciano

ORTONA. Ortona piange la scomparsa di padre Camillo D’Orsogna, parroco per 25 anni della chiesa di Santa Maria delle Grazie nonché fondatore dell’Impavida pallavolo alla fine degli anni Sessanta. È morto ieri a 90 anni nella casa di riposo per frati nella parrocchia di Sant’Antonio a Lanciano. All’anagrafe Augusto D’Orsogna, da frate padre Camillo D’Orsogna in onore di Camillo de Lellis. Negli ultimi due mesi le sue condizioni di salute sono precipitate, dopo che il 29 maggio scorso aveva partecipato - sia pur in carrozzina - alla festa dei 90 anni in suo onore organizzata da amici ed ex parrocchiani. Non era passata inosservata la sua assenza ai funerali di Tommaso Lanci qualche settimana fa, presidente della Sieco Impavida diventato negli anni un suo grande amico. Sintomo che le sue condizioni di salute non fossero più buone. Era nato a Lanciano, nella zona periferica, nel 1933. A 31 anni era arrivato a Ortona alla chiesa di Santa Maria delle Grazie che con lui al timone è poi diventata parrocchia. Ha formato generazioni di ortonesi, un vulcano di idee per tenere uniti i giovani nella sua chiesa. Sapeva coinvolgere giovani e famiglie nelle attività parrocchiali. Entrava dappertutto per diffondere la fede in Dio con un modo di fare e di comunicare impossibili da contrastare tanto erano coinvolgenti. Alla fine degli anni Sessanta ha fondato la squadra di pallavolo, l’Impavida, che oggi milita in serie A3. Lo ha fatto sfruttando il cortile dietro la chiesa. Era un modo per impedire ai ragazzi dell’epoca di finire in mezzo alla strada e di tenerli uniti in parrocchia. Aveva messo insieme un gruppo di adolescenti e voleva coinvolgerli in un’attività sportiva. Vista la scarsa propensione calcistica, ecco l’idea della pallavolo: chiamò un ragazzo appena tornato dal servizio di leva e gli chiese di insegnare i fondamentali della disciplina ai giovani che gravitavano in parrocchia. È stato a Ortona per 25 anni, un personaggio benvoluto da tutti, capace di parlare allo stesso modo ai giovani e agli anziani. Nel 1988 è andato a Tocco da Casauria per diventare maestro dei chierici francescani. Poi, altri incarichi a Orsogna (al Feuduccio), Pescara (alla Stella Maris) e a Lanciano (a Sant’Antonio). Negli anni spesso ha fatto ritorno a Ortona in occasione di ricorrenze che vedevano protagonisti quelli che lui chiamava «i miei ragazzi» che nel frattempo erano diventati uomini e padri di famiglia. Non disdegnava di tanto in tanto una puntata al palazzetto per vedere all’opera la Sieco Impavida, la sua creatura. Era stato uno dei protagonisti della festa dei 50 anni dell’Impavida. I funerali sono in programma domani alle ore 11 alla chiesa di Sant’Antonio, a Lanciano.
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