Ortona, scarseggia l’acqua per eccesso di consumi

Con il grande caldo arrivano le prime avvisaglie della siccità nell’Ortonese e nei centri rivieraschi. Iacovella: a Guardiagrele serbatoi senza valvole e perdite idriche nelle cunette

ORTONA. Consumi d'acqua alle stelle per il caldo e primi segnali di rubinetti a secco. L'amministrazione del sindaco Enzo D'Ottavio ha paura di una crisi idrica generalizzata e chiede di incontrare direttamente il presidente della Sasi spa, Domenico Scutti. Che sarà ricevuto martedì mattina in municipio, dove l'assessore ai Lavori pubblici Roberto Serafini chiederà conto delle ragioni dietro le interruzioni che da diversi giorni interessano frazioni ortonesi e cinta urbana. Situazione più grave a Guardiagrele, il centro più popoloso del comprensorio dei 7 comuni serviti dall'acquedotto dell'Avello, dove cittadini segnalano acqua dispersa per le strade nelle ore notturne, quando vige il distacco disposto per il riempimento dei serbatoi periferici.

Intanto le sorgenti superficiali in quota dell'Avello, 1200 metri di altitudine nel territorio di Pennapiedimonte, stanno subendo un'evaporazione accelerata a causa delle temperature che col sole a picco si avvicinano ai 40 gradi.

A Ortona si sta giocando d'anticipo per evitare un'emergenza come quella del 2011, quando in agosto l'acqua veniva pompata col contagocce dalla rete del Lancianese, alimentata dalle sorgenti del Verde a Fara San Martino. «Ci pervengono notizie», spiega Serafini, «di pressione bassa e talvolta assenza di acqua da diverse zone compreso il centro. Per questo abbiamo chiesto a Scutti un incontro preventivo, prima che sia troppo tardi, per rappresentare al gestore pubblico del ciclo idrico la necessita di coprire le esigenze di Ortona con una portata sufficiente a garantire una stagione balneare senza disagi e in ogni caso la disponibilità dell'acqua nell'arco delle 24 ore, visto che in estate il consumo si protrae anche per gran parte della notte». Nelle frazioni guardiesi di Comino e Caporosso acqua soltanto per due ore ieri mattina.

«Non c'è nemmeno il tempo di caricare i serbatoi domestici», lamenta la capogruppo del centrosinistra all'opposizione Gianna Di Crescenzo, «e chi ritorna dal lavoro non trova il conforto di una doccia. Assurdo», annota Di Crescenzo, «se pensiamo che la nostra montagna è tra le più ricche d'acqua dell'intero Abruzzo».

Poi l'esponente del Pd se la prende col sindaco Sandro Salvi. «Anche lui ha votato gli aumenti delle tariffe idriche, evidentemente senza chiedere in cambio almeno la garanzia di un'erogazione senza interruzioni. E dire che negli anni passati il centrodestra accusava noi per le estati con i rubinetti a secco, ora siamo noi a chiedere di spiegare alla gente le responsabilità del flop idrico».

Nello Iacovella svela un aspetto clamoroso: «A Melone, per esempio enormi quantità d'acqua scorrono di notte nelle cunette di drenaggio accanto alla strada. E' il flusso proveniente dal serbatoio di Piano Venna, che a riempimento avvenuto espelle il liquido in arrivo avviandolo alla dispersione. E' inimmaginabile la quantità che va persa se si pensa che tra il riampimento della cisterna nottetempo e il ritorno ai consumi la mattina successiva passano 5-6 ore in cui il flusso esce dalla rete. È uno spreco incalcolabile» sostiene «ma di facile rimedio», aggiunge l’ex consigliere comunale, «se solo la Sasi avesse pensato di installare su tutti i serbatoi le normali elettrovalvole preposte al distacco automatico».

Francesco Blasi

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