«Ospedale nuovo fuori città»
Venturoni: il Comune decida in fretta dove realizzarlo.
LANCIANO. «Il Comune deve decidere in fretta dove costruire il nuovo ospedale, mettendo da parte il campanilismo». A spingere sull’acceleratore delle scelte è l’assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni (Pdl), in città ieri per il convegno sul virus AH1N1 organizzato dall’associazione Frentania Consumatori.
«Non credo che si possa costruire un nuovo ospedale nel cuore della città», esordisce l’assessore, eliminando subito l’ipotesi della ristrutturazione del Renzetti nell’area attuale, che è sostenuta dall’amministrazione comunae, dal centrosinistra e dalle associazioni civiche. «Va realizzato in un’area, che sia Santa Maria Imbaro piuttosto che Sant’Onofrio non importa, ma che abbia una sistema viario adatto, che lasci la possibilità di costuire accanto al presidio case e negozi: attorno a un ospedale, infatti, nasce inevitabilmente una piccola città».
Altro punto in favore della delocalizzazione del Renzetti, per Venturoni, è che il nuovo ospedale dovrà inglobare anche i servizi offerti dai presidi sanitari di Casoli e Atessa, che avranno un ruolo secondario legato alla lungodegenza, e al servizio delle popolazioni dell’interno. Di conseguenza l’ospedale dovrà spostarsi verso la Val di Sangro, ossia a Sant’Onofrio o in una zona facilmente raggiungibile dall’interno come Santa Maria Imbaro, ipotesi che piace di più a Venturoni grazie alla vicinanza del Mario Negri Sud, con cui l’ospedale potrebbe collaborare.
«Qualunque sarà la scelta del Comune», afferma l’assessore, «deve essere fatta in fretta perché il progetto lancianese è inserito nell’unico progetto e nell’unico appalto della realizzazione dei cinque ospedali regionali: Sulmona, Avezzano, Lanciano, Vasto, Giulianova. Se gli altri saranno pronti ma Lanciano no, questa città resterà fuori». Una sorta di ultimatum, dunque.
Il problema è che la velocità nelle decisioni al momento non è una delle caratteristiche che contraddistinguono l’amministrazione comunale: dal 2001 deve decidere il destino della fiera, redigere il piano del traffico, approvare il piano regolatore. Se a questa lentezza si aggiunge che la scelta deve essere presa anche ascoltando i sindaci di Casoli (Sergio De Luca, Pd) e Atessa (Nicola Cicchitti, Udc), bisogna accelerare perché occorre del tempo per confrontarsi.
Costruire il nuovo presidio, però, non significa abbandonare l’attuale. «Il Renzetti deve continuare a lavorare bene, per questo è stato sbloccato il milione 200mila euro per il nuovo pronto soccorso», conclude Venturoni. «Gli altri 8 milioni per le ristrutturazioni restano in cassa e confluiranno nei 100 milioni di euro del nuovo ospedale, se il Comune deciderà di farlo».
Venturoni era atteso da giorni in città, dopo la visita già fatta a Vasto nelle scorse settimane. Ieri, nel polo museale di Santo Spirito, l’assessore ha anche parlato di influenza A e di vaccini.
«Non credo che si possa costruire un nuovo ospedale nel cuore della città», esordisce l’assessore, eliminando subito l’ipotesi della ristrutturazione del Renzetti nell’area attuale, che è sostenuta dall’amministrazione comunae, dal centrosinistra e dalle associazioni civiche. «Va realizzato in un’area, che sia Santa Maria Imbaro piuttosto che Sant’Onofrio non importa, ma che abbia una sistema viario adatto, che lasci la possibilità di costuire accanto al presidio case e negozi: attorno a un ospedale, infatti, nasce inevitabilmente una piccola città».
Altro punto in favore della delocalizzazione del Renzetti, per Venturoni, è che il nuovo ospedale dovrà inglobare anche i servizi offerti dai presidi sanitari di Casoli e Atessa, che avranno un ruolo secondario legato alla lungodegenza, e al servizio delle popolazioni dell’interno. Di conseguenza l’ospedale dovrà spostarsi verso la Val di Sangro, ossia a Sant’Onofrio o in una zona facilmente raggiungibile dall’interno come Santa Maria Imbaro, ipotesi che piace di più a Venturoni grazie alla vicinanza del Mario Negri Sud, con cui l’ospedale potrebbe collaborare.
«Qualunque sarà la scelta del Comune», afferma l’assessore, «deve essere fatta in fretta perché il progetto lancianese è inserito nell’unico progetto e nell’unico appalto della realizzazione dei cinque ospedali regionali: Sulmona, Avezzano, Lanciano, Vasto, Giulianova. Se gli altri saranno pronti ma Lanciano no, questa città resterà fuori». Una sorta di ultimatum, dunque.
Il problema è che la velocità nelle decisioni al momento non è una delle caratteristiche che contraddistinguono l’amministrazione comunale: dal 2001 deve decidere il destino della fiera, redigere il piano del traffico, approvare il piano regolatore. Se a questa lentezza si aggiunge che la scelta deve essere presa anche ascoltando i sindaci di Casoli (Sergio De Luca, Pd) e Atessa (Nicola Cicchitti, Udc), bisogna accelerare perché occorre del tempo per confrontarsi.
Costruire il nuovo presidio, però, non significa abbandonare l’attuale. «Il Renzetti deve continuare a lavorare bene, per questo è stato sbloccato il milione 200mila euro per il nuovo pronto soccorso», conclude Venturoni. «Gli altri 8 milioni per le ristrutturazioni restano in cassa e confluiranno nei 100 milioni di euro del nuovo ospedale, se il Comune deciderà di farlo».
Venturoni era atteso da giorni in città, dopo la visita già fatta a Vasto nelle scorse settimane. Ieri, nel polo museale di Santo Spirito, l’assessore ha anche parlato di influenza A e di vaccini.