Parla Tosto: il Gpl al porto darà lavoro a 120 persone

L’Ad della Wts svela i particolari del maxi impianto che nascerà al molo Nord Un’opera da 50 milioni che assorbirà anche le professionalità dell’ex polo Eni
ORTONA. Tecnologia già pronta in casa e una buona dose di pensiero laterale, quello che nella terminologia popolare è il colpo di genio, un'inattesa trovata brillante che appare ovvia solo col senno di poi. Il suo la Walter Tosto serbatoi l'ha avuto col terminale onshore di gas di petrolio liquefatto (gpl) progettato per il porto: perché non entrare nel business dei contenuti quando si dispone al cento per cento del know-how sui contenitori? Nelle parole entusiaste di Luca Tosto sulla nuova avventura di Wts Gas si diluiscono, si sente, le amarezze per una polemica politica che ha ripreso vigore nelle ultime ore sulla scia della decisione del Comitato per il Via che gli elaborati dell’azienda, tra le più in salute nel panorama abruzzese, non fossero assoggettabili valutazione d’impatto ambientale. Via abruzzese.
«Non ce l'ha ordinato il medico di imbarcarci in questa impresa», racconta pacato il figlio del capostipite Walter, «ma fin dall'inizio ci ha animato la consapevolezza di creare un'opportunità per l'Abruzzo, soppesando con attenzione, s'intende, le nostre potenzialità che non sono quelle di un colosso». Una volta, prima dell'invasione di termini anglosassoni applicati all'imprenditorialità, si chiamava "diversificazione" col sottinteso che si trattasse di una scappatoia per sottrarsi a una crisi imminente o già in atto. «Invece noi capitalizziamo sulle nostre tecnologie», annota Tosto, «perché crediamo che il potenziale di mercato del gpl sia entrato nella sua fase matura, che escluda scommesse al buio. E' difatti in stabile aumento il numero delle auto propulse con questo tipo di carburante tra i più puliti di tutti quelli di provenienza fossile, e poi la logistica globale si è ben strutturata. Occorreva cogliere l'occasione», spiega l'Ad della Wts, «per costituire in Abruzzo un hub del gpl, una struttura di distribuzione con previsioni di incidenza sulla scala non soltanto regionale, ma italiana».
Dislocato secondo il progetto alla diramazione tra molo nord e diga foranea, il punto più sicuro dello scalo, il terminale occuperà un'area grosso modo di 50 per 60 metri con una capacità di circa 25mila metri cubi di gas liquefatto. La Wts ha un'esperienza collaudata negli anni in fatto di serbatoi a doppia parete per lo stoccaggio di gas allo stato liquido, di cui innumerevoli esemplari sono in servizio in tutto il mondo. «Abbiamo sviluppato gli speciali metodi di progettazione e costruzione dei serbatoi destinati a stoccare il gpl, una tecnologia che sarebbe stata utilizzata con profitto», racconta Tosto, «solo quando l'impiego di questo gas avesse assunto un'agibilità commerciale tale da sostenere un investimento importante».
E il momento è arrivato, con 50 milioni di euro messi a monte come cifra attorno alla quale ruoterà il piano di ammortamento pluriennale, il tempo di recupero dell'investimento che precede il regime di attivo dell'impresa. «L'occupazione prevista di 120 addetti», anticipa Tosto, «si avvarrà anche di professionalità oggi inutilizzate provenienti dall'ex polo Eni di Ortona, un patrimonio umano già di alto livello che formeremo per le necessità di gestione dell'impianto. Il nostro contribuito all'occupazione locale», aggiunge, «parla attraverso i numeri dei nostri dipendenti. A gennaio abbiamo assunto a tempo indeterminato 15 ingegneri, per esempio».
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