Pensionata morta per le botte, a processo la sorella e il cognato

1 Febbraio 2025

Sono accusati di maltrattamenti in famiglia aggravati dal decesso: rischiano da 12 a 24 anni di carcere. L’imputato inguaiato dalla registrazione di un vicino di casa dopo l’iniziale richiesta di archiviazione

CHIETI. Maltrattamenti in famiglia aggravati dalla morte della vittima. È il reato con cui sono finiti sotto processo, davanti alla Corte d’assise di Chieti, Lunella Civitarese, 76 anni, e il marito Donato Di Meo, 74 anni: sono accusati di aver provocato il decesso di Valentina Civitarese, 78 anni, rispettivamente sorella e cognata degli imputati, malata di demenza senile e spirata all’ospedale di Lanciano l’11 febbraio 2022. I coniugi, codice penale alla mano, rischiano una condanna da 12 a 24 anni di carcere a testa. La prima udienza di ieri mattina (presidente Guido Campli, giudice a latere Luca De Ninis) è stata rinviata per legittimo impedimento della 76enne: si torna in aula l’11 marzo.

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Giancarlo Ciani, sono state condotte dai poliziotti della squadra mobile di Chieti.

Lunella Civitarese e Donato Di Meo, come ricostruito dall’accusa, hanno ospitato la sorella nella propria abitazione al civico 151 di Villa Rogatti fin da marzo 2020. Secondo il pm, entrambi hanno «posto in essere nei suoi confronti maltrattamenti e, segnatamente, usavano violenza fisica nei riguardi della stessa». Lunella e Donato, dunque, non volevano uccidere. Ma, in base alla tesi accusatoria, il decesso avvenuto all’ospedale di Lanciano è direttamente riconducibile alle botte. Dalle indagini è emerso che, «anche in epoca antecedente» alla morte, l’anziana ha riportato fratture costali. In un arco di tempo compreso tra «circa 10-15 giorni» prima della tragedia, ha subito «ulteriori percosse in conseguenza delle quali riportava» altre fratture, per l’effetto delle quali «si generava una sepsi», ovvero un’infezione generalizzata. «In conseguenza delle descritte lesività», il cuore dell’anziana si è fermato.

La mattina del giorno della tragedia Valentina Civitarese, in uno stato di semincoscienza, è stata trasportata con un’ambulanza al Renzetti di Lanciano dopo la telefonata fatta al 118 dai familiari. La paziente è stata sottoposta a una serie di esami e i medici le hanno riscontrato traumi e lesioni a livello toracico. L’anziana è stata poi ricoverata in terapia intensiva. In un primo momento, era stato preso in considerazione anche un suo trasferimento a Chieti. Ma le condizioni di Valentina sono precipitate velocemente, fino al decesso. Il quadro clinico, però, ha insospettito chi ha preso in cura la paziente ed è quindi scattata la segnalazione alla polizia.

Per Donato Di Meo, in un primo momento, era stata sollecitata l’archiviazione. Ma a novembre 2023, ovvero quando la richiesta era già giunta sul tavolo del giudice per le indagini preliminari, negli uffici della procura di Chieti è arrivata una lettera a firma di un vicino di casa della vittima. L’uomo ha riferito al pubblico ministero che Di Meo gli aveva confidato di aver colpito in più occasioni la pensionata. Non solo: in questo senso, lo stesso vicino ha prodotto anche una registrazione audio. E adesso pure Di Meo si ritrova davanti alla Corte d’assise di Chieti.

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