Si alza dalla carrozzella quando deve lavorare: falso invalido a processo
Anziano di Casalincontrada accusato di truffa: per 24 anni avrebbe intascato oltre 630mila euro come "grande invalido"
CHIETI. Invalido al 100% per un infortunio sul lavoro risalente al 1991 e costretto alla sedia a rotelle: «Il grande invalido non deambula», così dice un certificato dell’Inail di Chieti. Ma quelle gravissime fratture a costole e vertebre non gli hanno impedito di alzarsi in piedi, imbracciare un piccone e fare lavori nel giardino di casa. Stando sempre attento a non sporgersi troppo dal recinto e a indossare «un passamontagna» per non farsi riconoscere. Su un pensionato di 69 anni di Casalincontrada pende un’accusa di presunta truffa aggravata: in 24 anni avrebbe intascato più di 630mila euro tra assegni di accompagnamento e somme per l’acquisto di materiali sanitari. Secondo il capo di imputazione, l’anziano avrebbe recitato la parte del «disabile apparente» ingannando i funzionari pubblici mentre sarebbe stato «pienamente capace non solo di deambulare in piena autonomia ma anche di compiere lavori con attrezzi da muratore».
Il caso è al centro di un processo che si è aperto, giovedì scorso, in tribunale: il pensionato, difeso dall’avvocato Roberto Di Loreto, è imputato ma nega ogni accusa; l’Inps e l’Inail, assistiti dai legali Massimo Cassarino e Raffaele Esposito, si sono costituiti parte civile per ottenere il ristoro delle somme che sarebbero state pagate indebitamente; a sostenere l’accusa durante la prima udienza davanti alla giudice Isabella Maria Allieri è stata il vice procuratore onorario Natascia Troiano. Prossima udienza il 13 dicembre.
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